50 anni del gruppo la Takkarata

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Sabato 2 marzo, presso la sala Consiliare del Comune di Fragneto Monforte, in un auditorium gremito, il gruppo Folk La Takkarata - Centro Studi Arti e Tradizioni popolari, ha dato ufficialmente il via alla prestigiosa ricorrenza del cinquantenario della fondazione. Il presidente, Dr. Nino Capobianco ha preso la parola per dare il benvenuto a tutti i presenti e ai relatori. La manifestazione è stata un susseguirsi di testimonianze di stima nei confronti dei componenti del gruppo e di plauso alle attività da loro portate avanti.

Significative le testimonianze degli intervenuti al «Brindisi inaugurale»; per primo, ha parlato il parroco Don Donato D’Agostino, che ha cercato di trovare il motivo del segreto della longevità del gruppo.

Ha trovato, in conclusione, la reale vera risposta nel fatto che il gruppo ha sempre saputo leggere il passato in chiave contemporanea. Inoltre, molto correttamente Don Donato ha colto una questione moto importante che non basta recuperare dal passato la cultura popolare per riproporla, è necessario saperla rileggere per riattualizzarla. Quest’opera, infatti, è stato l’impegno dei diversi dirigenti che si sono succeduti nei cinque decenni. Su tale linea sono proseguiti tutti gli interventi. A conclusione, il presidente della FITP Benito Ripoli ha sottolineato che la nascita di un gruppo presuppone un momento di sofferenza interiore e di impegno operativo; quanto più intensi sono entrambi questi due aspetti, tanto più grandi saranno le soddisfazioni che si avranno; questo è il caso del gruppo Takkarata che può essere preso ad esempio; grazie a ciò il nostro patrimonio etnografico ha una grande risonanza.

Negli altri interventi il vicesindaco Luigi Facchino e il presidente della Pro Loco Antonio Petrone hanno messo in risalto il ruolo svolto dal gruppo per far conoscere la cultura popolare fragnetana.

Un esempio di tale ruolo è avvenuto lo corso 20 febbraio quanto il gruppo ha incontrato Papa Francesco in San Pietro.

Nel quadro delle attività che è stato attivato c’è il progetto extrascolastico «La voce della mia Terra ieri, oggi e domani: suoni, canti, danze e tradizioni popolari» che ha come finalità quella di incentivare la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione delle locali tradizioni popolari canore, musicali e coreutiche, inserendo nella didattica scolastica, un particolare spaccato del patrimonio etnografico fragnetano. Intento fondamentale è quello di far conoscere alle nuove generazioni tale patrimonio. In tale prospettiva sono programmate diverse iniziative: il pellegrinaggio a San Nicola di Bari, da Fragneto Monforte, giunto alla sua XIV edizione, ricercato e organizzato dal Centro Studi La Takkarata, su un’idea del presidente Capobianco; si ratta di riprendere l’antico pellegrinaggio nel passato fatto a piedi e descritto, nel 1833, ma già noto nel XIV secolo.

Nel programma consolidato del gruppo anche quest’anno, nel mese di agosto, si terrà il Sannio Mondial Folk, un meeting internazionale di gruppi folk organizzato da La Takkarata. La manifestazione coinvolge tutta la provincia e non solo e ormai è giunta alla 34° edizione.

Nel prossimo settembre il gruppo partirà alla volta dell’Honduras per realizzare uno scambio culturale con il gruppo YARUGUA EMBAJADORES DE LA CULTURA Y EL FOLKLORE DE HONDURAS; si tratta di un incontro di tipo istituzionale in quanto il rapporto culturale ha il patrocinio del Ministero della Cultura Honduregno. Altro obiettivo importante di quest’anniversario è la realizzazione di un opuscolo nel quale indicare le diverse attività realizzate dal gruppo.

In conclusione si propone un breve storia del gruppo che è sorto nel 1969 come associazione di ricerca, richiamandosi alle organizzazioni dei gruppi spontanei esistenti già agli inizi del Novecento e riportati dalle cronache fragnetane dell’epoca. Alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, il gruppo perseguiva intenti e interessi sulle le tradizioni popolari, già mantenute vive dagli appassionati nei decenni precedenti con rappresentazioni varie nei periodi di carnevale, durante le estati fragnetane e le feste patronali: San Nicola: «Santunikulai và p’ la Tèrra» e Sant’Anna, con «La Fèsta de le Kàrra». Pertanto, queste atività diventavano il naturale prosieguo dei gruppi amatoriali spontanei strutturatosi negli anni venti/trenta del Novecento che avevano operato, periodicamente, sino alla fine degli anni ’50, inizi anni ‘60. Gli anziani riferiscono di esibizioni, in quegli anni, al passaggio di rappresentanze reali nel palazzo dei duchi Montalto.

I riferimenti maggiori erano rivolti al «Ballo della Taccarata» (1800), così definito per l’uso ritmico che si fa delle «tàkkare», bacchette di ulivo stagionato e per l’originale motivo musicale. L’abbigliamento popolare rimanda a realtà sociali rurali presenti nella metà dell’Ottocento che pare abbiano diversi influssi albanesi e comunque orientali, con merletti multicolori; questi costumi vengono utilizzati per eseguire il ballo della «taccarata».

Il costume femminile è composto da una gonna di panno blu e pieghe fitte, galloni tradizionali, grembiule rosso, camicia bianca, ricca di merletti e gonfia sulle maniche, fazzoletto bianco in testa (‘a mappuccia), corpetto di panno blu ricamato in oro, scialle di panno blu rifinito con galloni dorati. A sua volta, il costume maschile si compone di gilet di panno nero o blu chiaro di velluto, calzoni corti al ginocchio con bottoni dorati, camicia bianca gonfia sulle maniche, calzari di cuoio nero e mocassino con borchie metalliche coloro oro. Ci sono i seguenti accessori: mantello e cappello.

Il gruppo della nuova generazione, nato nel come si è prima accennato nel 1969, si pone l’obiettivo, attraverso l’esecuzione delle varie coreografie, di fissare le illustrazioni folcloriche improntate ad una rappresentazione «verista» delle usanze del passato. A questo riguardo sono particolarmente esplicative le seguenti coreografie:”La shkugnatùra” - “ ‘U ballettu d’ gliu panariégliu” - “I zing’ri kaudarari “ - “La ballàta d’ Santuikùlai” - “ ‘U Kamminu d’ gli trappitari “, ed altri canti coreografati.

Nel 1992, sebbene si sia consapevoli che i glottologi utilizzano particolari simboli internazionali per le trascrizioni fonetiche delle differenti lingue e vernacoli, per una maggiore aderenza alla fonetica della parlata locale si è scelto – ovviamente in modo non scientifico – di indicare i suoni duri delle due «CC» con il simbolo della «KK».

Il tema dominante della rappresentazione Takkarata è quello dell’approccio (corteggiamento) e dell’innamoramento (“La Girulélla” - ‘U Ballu d’ gli Zitiégli - ‘A l’acqua a la fùntanèlla); in questo ambito si sviluppa l’intera esibizione attraverso i canti e le danze sull’aia o in altro contesto, sino ad arrivare alla danza finale con la serenata agli sposi (“La santa notte bella”, “‘U ballèttu d’ gliu panariégliu”).

Si tende a presentare degli scorci di vita contadina e popolare rapportandola al contesto del Sannio Beneventano. Al fine di poter raggiungere tali obiettivi, l’associazione si è dotata di un Centro Studi Arti e Tradizioni Popolari che si occupa di studiare, conoscere, diffondere e promuovere la storia e le tradizioni locali, gli usi e costumi, in tutti i loro aspetti.

I dati raccolti dal Centro Studi vengono utilizzati per migliorare la conoscenza delle tradizioni del territorio e per proporre progetti ed interventi alle istituzioni locali, regionali, nazionali ed internazionali, oltre che essere archiviati nel museo antropologico La Takkarata, istituito nel 2007 in seno al gruppo. Il cinquantenario rappresenta una tappa fondamentale per fare un bilancio del passato e del presente, ma con la mente già proiettata alle tante altre strade da percorrere in futuro.