Di seguito, la lettera letta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
in occasione della presentazione al Parlamento del Governo da Lei presieduto, ha voluto ricordare che “sovranità e popolo sono richiamati dall’articolo 1 della Costituzione Italiana”, evidenziando, opportunamente, che è esattamente in quella previsione che Lei intende interpretare il concetto di sovranità e l’esercizio della stessa da parte del popolo.
Abbiamo apprezzato molto questi Suoi principi, consapevoli che, in politica come nei processi storico-culturali, spesso sono assunte decisioni per modificare immagini, visioni, costumi e, persino, il senso del sociale e della giustizia, non tenendo conto dei valori e dei comportamenti del popolo.
Partendo da queste premesse, la FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI si presenta a Lei, signor Presidente, per offrire al Governo un terreno di riflessione, approfondimento e proposta su un argomento, quello delle tradizioni e culture popolari, forse troppo poco considerato sia in ambito politico che in ambito didattico, nonostante sia di grande rilevanza per la valorizzazione dei diversi territori regionali che, anche ai fini dei flussi turistici, avvertono l’esigenza di “riappropriarsi” delle culture dei luoghi, tutelando e valorizzando le identità locali.
Infatti, oggi più che mai, richiamando i concetti da Lei espressi alle Camere, è doveroso evidenziare come nel Paese si avverta un rinnovato impegno verso le culture popolari, le tradizioni ed i saperi orali, giunti a noi attraverso il gesto e la parola, e come tante pratiche della tradizione tornino ad essere rappresentate attivamente sul palcoscenico della società contemporanea.
Per esempio, la ripresa delle feste popolari è il fenomeno che oggi più appare rilevante in questo nuovo scenario culturale. Non esiste, ormai, paese, territorio, comunità rurale – compresa la “nostra” amata San Giovanni Rotondo – che non abbaino recuperato dal passato qualche “festa o rito della tradizione popolare” e che non abbiano attuato una qualche riproposta, pur attivando adeguati processi di rielaborazione e rifunzionalizzazione. Un recupero, questo, che si è talmente ingigantito da diventare, quasi, un fenomeno metropolitano.
Pertanto, signor Presidente, nel rispetto degli obiettivi perseguiti dalla F.I.T.P., lasciamo alla Sua attenzione due idee progettuali che, ci auguriamo, possano essere “traccia” circa le strategie che il Governo vorrà assumere per la conservazione, preservazione e diffusione delle culture popolari dei nostri territori e delle sue forme che comprendono la letteratura, la musica, la danza, i giuochi, la mitologia, i riti, i costumi, l’artigianato, le culture alimentari, l’architettura ed altre arti. Un impegno, questo, comunque, che non può non vedere tra i “protagonisti” la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, Ente Morale riconosciuta dallo Stato e organizzazione rappresentativa di molte centinaia di gruppi e associazioni che operano in tutte le Regioni d’Italia.
Per tali ragioni, ci ha meravigliato e, nel contempo, mortificato la circostanza che, nella passata legislatura, con l’approvazione della Legge n. 175 del 22 novembre 2017 “Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia” e, in particolare, del comma 3, lettera a), dell’articolo 1 della suddetta legge, sia stato – testualmente – evidenziato come “la Repubblica riconosce il valore delle pratiche artistiche a carattere amatoriale, ivi inclusi i complessi bandistici e le formazioni teatrali e di danza, quali fattori di crescita socio-culturale”, e non si sia fatto riferimento al Folklore, ai Gruppi Folklorici, allo spettacolo folklorico, alle trasposizioni sceniche delle tradizioni popolari.
Ci auguriamo, pertanto, che, avendo il Parlamento affidato, con la legge sopra richiamata, delega al Governo per adottare un Decreto Legislativo afferente la redazione di un unico testo normativo denominato “Codice dello Spettacolo”, vi sia l’impegno ad esplicitare, in maniera chiara e senza equivoci, il valore delle musiche, delle danze e dei canti della tradizione orale del nostro Paese, messi in scena dai Gruppi Folklorici Italiani.
La ringraziamo, signor Presidente, per l’attenzione a noi rivolta e Le auguriamo – come avvocato difensore del Popolo Italiano, come Lei ama definirsi – buon lavoro.
IL SEGRETARIO GENERALE IL PRESIDENTE
Franco Megna Benito Ripoli