Per conservare la memoria degli Italiani Giuliani vittime delle foibe

img

La legge n. 92 del 2004 recita: «La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale...». Foibe, con questo termine sono racchiusi la memoria e l’orrore di una tragedia della quale, a distanza di decenni, è ancora impossibile tracciare un bilancio definitivo.

Tra il settembre 1943 e la primavera 1945 nei territori della Venezia Giulia, occupati dal Movimento Popolare di Liberazione Jugoslavo del maresciallo Tito, migliaia di uomini e donne di nazionalità italiana vennero massacrati e gettati nelle foibe, cavità naturali che si aprono nel Carso.

Almeno ventimila gli infoibati, 350 mila gli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia costretti all’esodo per ragioni di fede, di libertà, di amore verso l’Italia e di rifiuto della dittatura.

Fu una vera e propria caccia all’italiano, con esecuzioni sommarie, torture, deportazioni.

I prigionieri venivano trasportati con i camion nei pressi della foiba e, dopo atroci sevizie, venivano condotti a gruppi sul bordo della cavità; qui gli aguzzini bloccavano i polsi e i piedi dei prigionieri straziandoli con il filo di ferro, e poi, sempre con il filo di ferro, li legavano tra loro, a catena. Successivamente, con una sola scarica di mitra, i carnefici sparavano al primo del gruppo, che ruzzolava rovinosamente nel baratro della foiba trascinando gli altri con sé.

Da sempre la Federazione Italiana Tradizioni Popolari si impegna a conservare le memorie del patrimonio culturale e sociale del passato; in tale quadro di intenti, quindi, desideriamo celebrare il GIORNO DEL RICORDO evidenziando come la storia emerge sempre, anche quando non è “raccontata” o talvolta è immersa nel «mare della menzogna» e come il concetto di Patria, la “Terra dei Padri”, è anche testimonianza e difesa delle proprie radici.

Ma, qualsiasi memoria (anche quella del dramma delle Foibe), per protrarsi nel tempo, per passare da generazione a generazione, ha bisogno di essere rinvigorita continuamente, tenendo vivo, accanto al ricordo delle vittime di allora, anche il ricordo di coloro, e non furono pochi, che si prodigarono per aiutare i numerosi profughi.

Solo così si contribuisce a tener vivi gli ideali di umanità e di solidarietà che hanno contrassegnato, nel corso dei secoli, la storia delle nostre comunità; ideali che tutti i nostri gruppi ricordano e mettono in scena nelle loro trasposizioni sceniche. Pertanto, anche la FITP sente il dovere di insegnare, diffondere, difendere e promuovere quegli ideali di libertà, di tolleranza, di solidarietà e di rispetto che costituiscono il miglior antidoto contro ogni sorta di discriminazione fra i diritti delle persone e delle genti. Valori e principi condivisi, leggi comuni, collaborazioni e il sentimento di essere protagonisti, oggi, in un orizzonte di pace e prosperità, di una nuova Europa; tutto questo è importante più che mai oggi, nel vivo della crisi economica più grave vissuta dal dopoguerra e che sta segnando profondamente il nuovo secolo.

Pertanto, anche ricordare il dramma delle Foibe può aiutarci a non perdere la strada. Quella della convivenza pacifica e del riconoscimento del valore positivo delle differenze e del rispetto dell’altro, contro ogni razzismo, contro la violenza, perché con la memoria si coltivino valori immortali per costruire il nostro futuro e il futuro delle nuove generazioni.