Inizia la mia esperienza come Presidente della FITP

Inizia la mia esperienza come Presidente della FITP

Vissuto questo primo periodo ed effettuate preliminari verifiche trovo infine la determinazione di affrontare il giudizio di una assemblea elettiva che chiede, ormai con forza e determinazione, di iniziare un nuovo corso garante di cambiamenti concreti tendenti alla valorizzazione degli apporti culturali dei gruppi folklorici affinché si possa ribadire la nozione che cultura popolare è radice e riferimento profondo di cultura e degna quindi di considerazione parimenti ad altre discipline artistiche del panorama culturale italiano.

Spero di meritare la fiducia che i gruppi affiliati hanno voluto concedermi con la speranza di essere capace di sviluppare armoniosamente i ricchi e straordinari potenziali già da tempo affidati alla FITP.

Il mio sogno è creare una federazione forte, moderna, innovativa al passo con i tempi che rappresenti realmente il mondo delle tradizioni utilizzando pienamente l’azione culturale che le Associazioni affiliate svolgono puntualmente, tutelandone con metodi moderni i risultati ottenuti nella ricerca/studio delle tradizioni vere del nostro enorme patrimonio culturale.

Abbiamo presentato un programma molto ricco ed ambizioso che mira a dare ai gruppi la possibilità di inserirsi in un programma generale molto ampio che potrà dare nuova vita a tutti i sodalizi che sceglieranno l’impegnativa strada dello studio/ricerca divenendo parte proattiva della nostra grande famiglia federata.

Bisogna utilizzare idee e metodi moderni per salvaguardare in modo ottimale ed attento le tradizioni riuscendo a strutturare i nostri organi periferici affinché le identità regionali e delle piccole micro aree territoriali vengano protette e tutelate esaltando e valorizzando tutto il patrimonio materiale ed immateriale riferito o riconducibile alle tradizioni italiane.

I gruppi sono a pieno titolo i protagonisti di un folklore che sta per scomparire o addirittura è già scomparso. Molti studiosi asseriscono che il folklore non esiste più, che molte di quelle comunità che vivevano nella tradizione sono ormai scomparse. Proprio per queste considerazioni le nostre associazioni sostituiscono, in chiave artistica, quelle espressioni comunitarie arcaiche un tempo vive e rappresentative di quelle antiche società.

Ovviamente i gruppi dovranno essere pronti ad interpretare questo ruolo di rappresentanti veri e formati artisticamente per rendere le singole trasposizioni sceniche attendibili, piacevoli ed accattivanti sia per il valore culturale sia per l’intrinseca loro bellezza: sempre nel rispetto delle regole dello spettacolo.

Punteremo molto sulla formazione culturale ed amministrativa per aumentare la professionalità delle figure organizzative nei vari livelli e ambiti: dirigenziale, artistico, concettuale. La nostra Consulta Scientifica dovrà autorevolmente accompagnare la Giunta Nazionale in questo difficile e rivoluzionario percorso che, unito alla funzione culturale della nostra rivista e dei mezzi di comunicazione, dovrà offrire ai responsabili dei gruppi, come ad ogni singolo componente, l’opportunità di “vivere” questo difficile ma esaltante cammino.

Ovviamente la mia azione riorganizzativa sarà in continuità, e tutelante, di tutte le iniziative di successo realizzate ed inoltre delle tante cose importanti già in essere, solo migliorando o, eventualmente, correggendo esiti di pregressi errori. La mia sarà quindi una politica dell’ascolto e della partecipazione per capire meglio le problematiche e le esigenze delle singole realtà associative e dei tesserati (specie in rapporto alle necessità d’archiviazione nel tempo dei reperti documentali per usi, costumi, canti, musiche1, etc.). Proprio per questa esigenza ci attiveremo insieme a tutti gli assessori, a cui ho già consegnato specifiche deleghe operative, per migliorare tutti i servizi che metteremo a disposizione attivando nuovamente tutte quelle convenzioni di cui potranno beneficiare tutti i gruppi e ricercare nuove fonti economiche finalizzate espressamente alla realizzazione di tutte le iniziative tempestivamente programmate oltre che a riprendere vecchi sistemi economici di finanziamento legati alle manifestazioni istituzionali. Giusta attenzione al mondo femminile, grande protagonista delle tradizionali famiglie italiane, per ruolo ed importanza; il tutto con sensibilità verso i più deboli, i più bisognosi e i diversamente abili.

Attiveremo politiche ed iniziative rivolte ai giovani (vedi anche nuova Consulta Giovanile) per avvicinarli al nostro mondo dandogli la possibilità di conoscere, imparare e studiare divertendosi, rendendo le nostre associazioni accattivanti e piacevoli da frequentare.

Apriremo nuovi confronti con le massime istituzioni nazionali, regionali e locali per attenzionare la nostra missione alla politica a vari livelli affinché si acquisisca la giusta considerazione che le nostre multiple e complesse discipline meritano di avere, proponendo nuovi protocolli di intesa ed iniziative progettuali miranti a consolidare i rapporti ed il dialogo. I vari protocolli già attivi (con le regioni Lazio, Calabria, Puglia, Molise, Sardegna) e il progetto del Ministero per gli Affari Esteri “Turismo delle Radici”, (che verrà nuovamente bandito nel 2024 e rivolto ai comuni che non superano i cinquemila abitanti) ne sono una chiara dimostrazione.

Queste sono solo alcune delle iniziative e delle proposte che la nuova Giunta Nazionale ha previsto per avviare questo nuovo corso di gestione della Federazione, illustrate ed approvate nell’ultima Assemblea Generale elettiva.

Una vera rivoluzione culturale (di suggestioni da istanziare principalmente in collaborazione e a cura dei Dirigenti locali) che mira a studiare, preservare ed esaltare, le culture tradizionali di tutti i territori italiani. Il mondo orbitante attorno alle realtà associative, le quali hanno scelto di tutelare le identità territoriali, dovrà essere massimamente coinvolto in forma anche proattiva, per aiutare le nostre famiglie nella consapevolezza del valore delle tradizioni per creare una società migliore, più bella e più attenta alla cultura del sapere, coltivando i rapporti interpersonali e del vivere in modo civile, nel rispetto degli altri, della propria cultura identitaria e nel rispetto delle arricchenti differenze per colore, sonorità, lingua e tante altre precipuità. •

NOTA

1. “(…) la musica popolare è come un essere vivente che cambia di minuto in minuto: non si può perciò dire ‘questa o quella melodia è come io l’ho notata’, ma soltanto che essa era così nell’occasione, nel minuto in cui è stata notata (che è, come dire, un poco della maniera d’interpretazione dei grandi esecutori sempre difforme e sempre nuova)”. (1935-36, Béla Bartok) in Diego CARPITELLA (a cura di), Béla Bartok, Scritti sulla musica popolare, Bollati Boringhieri, 1977 rist.2020, p.49

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