A Messina la «Scuola degli antichi mestieri e delle tradizioni popolari»

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Nell’epoca in cui, grazie anche ad internet, la rivoluzione informatica ha cambiato le nostre vite, modificando drasticamente il sistema di lavoro e di relazioni col mondo intero, sembrerebbe quantomeno anacronistico parlare oggi di antichi mestieri e di tradizioni popolari. Il rischio che la trasformazione digitale, con tutti i cambiamenti tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali prodotti in tutti gli aspetti della società possa soppiantare la tradizione, provocando l’estinzione di quell’immenso patrimonio di arti e mestieri realizzato con le mani e con l’ingegno, e costituito da manufatti e da memorie che il popolo ha tramandato, ci deve far riflettere sulla necessità di salvaguardare tutto quello che resta degli antichi saperi; tale operazione di salvaguardia deve far sì che i giovani possano riappropriarsi di abilità e competenze che diversamente andrebbero dimenticati e che, all’opposto, possano costituire vere e proprie opportunità di lavoro.

Un importante momento di attuazione di questo progetto è quello della “riappropriazione” o della “riconquista” del bene della memoria, quello, cioè, di dare possibilità ai giovani di poter realizzare il recupero di quei mestieri che ormai purtroppo vanno scomparendo. L’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, dopo aver definito una graduatoria dei progetti, così come previsto dalla Legge di stabilità del 2018, ha assegnato con D.D.G. 5898 del 30.11.2018 un finanziamento di quasi un milione di euro a diciannove comuni, che hanno avuto l’opportunità di far rinascere alcune scuole, con la possibilità di poter insegnare l’arte degli antichi mestieri.

La recente apertura a Messina della «Scuola degli antichi mestieri e delle tradizioni popolari» è stata realizzata su input del Sindaco Cateno De Luca, il quale ha fortemente voluto che quest’opportunità di recupero di un considerevole patrimonio demo-etno-antropologico si realizzasse nella Città dello Stretto.

Il progetto è stato concretizzato con l’apporto dell’assessore agli Antichi mestieri e tradizioni popolari Giuseppe Scattareggia e dell’assessore con delega all’individuazione e programmazione dei fondi extra comunali Carlotta Previti. «Il Comune di Messina – ha dichiarato il sindaco De Luca – si prefigge di promuovere e attualizzare al meglio le tradizioni e gli antichi mestieri marinari, artigianali e rurali, al fine di tramandare quel patrimonio di conoscenze e culture che rappresentano le radici della nostra identità e possono costituire un volano di promozione e di aggregazione con sicuri sbocchi occupazionali. L’Amministrazione comunale avvia pertanto un percorso di costituzione di una scuola degli antichi mestieri e delle tradizioni popolari messinesi per perseguire la conoscenza storico-critica del patrimonio culturale e l’esperienza diretta delle sue espressioni, la valorizzazione delle tradizioni popolari profondamente radicate nel territorio, lo studio e l’apprendimento degli antichi mestieri e delle relative tecniche, l’integrazione delle tecniche tradizionali con le nuove tecnologie digitali e multimediali. Il primo finanziamento di 80.000 euro consentirà di avviare una strategia di divulgazione e sensibilizzazione delle nostre radici e della nostra identità».

La realizzazione della Scuola messinese ha consentito la promozione di un progetto formativo articolato su percorsi di conoscenza del patrimonio culturale delle arti e delle tradizioni popolari e degli antichi mestieri, attraverso la ricerca, lo studio e la valorizzazione, con la concretizzazione di percorsi di indagine e sperimentazione in living labs, per l’introduzione di tecniche e tecnologie innovative che reinterpretassero e innovassero rispetto alla tradizione locale; per esempio, ciò è stato possibile tramite il fablab, la stampa e la modellazione in 3D e gli strumenti multimediali.

Nel corso dei momenti formativi sono state realizzate sperimentazioni di laboratorio e didattiche dedicati allo studio delle evidenze e delle testimonianze storiche, artistiche e culturali connesse alle arti, alle tradizioni popolari e agli antichi mestieri, anche mediante visite guidate e momenti divulgativi presso musei, esposizioni permanenti, laboratori e officine.

La scelta dei docenti e degli allievi è stata fatta da un Comitato scientifico nominato a seguito di avviso pubblico dall’Amministrazione comunale; è stato composto dall’etnomusicologa Grazia Magazzù e dagli esperti Nino Principato e Tobia Rinaldo. Questo gruppo ha operato con la collaborazione della segreteria didattica del «Consorzio centro per lo sviluppo del turismo culturale per la Sicilia» formata da Gaetano Majolino, Gaetano Antonazzo e Antonino Raciti. Sono state esaminate 133 istanze relative all’avviso di partecipazione ai corsi formativi e 83 domande di docenza.

Le materie e i relativi insegnamenti prescelti sono stati: Tecniche agrarie «cesteria», - tra le opere di artigianato più antiche, con intreccio di foglie e arbusti di qualsiasi genere, spiegata e messa in opera da Cosimo De Stefano; «muri a secco» - l’antica tecnica costruttiva dei tipici terrazzamenti, in Sicilia le cosiddette “armacie”, atti a arginare i terreni in pendenza; nel corso sono stati realizzati con gli allievi da Stellario Picichè. Tecniche Agroalimentari «l’arte della panificazione», realizzata da Letterio Scordino e «rosticceria», con la realizzazione a cura di un gruppo di allievi diretto di Francesco Utano dei tradizionali pitoni e degli arancini messinesi. Tecniche di lavorazione del legno «restauro di antichi mobili» - con la tecnica della verniciatura a spirito, messa in pratica dall’esperta di ebanisteria Barbara Nunnari e «realizzazione di antiche scacchiere», a cura di Cesare Crispo; «tecnica del traforo», insegnata da Pietro Berenato. Tecniche di lavora - zione del cuoio «selleria» - fabbricazio - ne e riparazione di selle e finimenti del cavallo, attuate da Giovanni Raineri. Strumenti, canti e rappresentazioni musicali «tradizioni sonore», insegnate dall’etnomusicologo Giuseppe Giorda - no; «strumenti tipici siciliani», realiz - zati e suonati da Rosario Altadonna; «canti popolari», illustrati ed eseguiti da Felice Currò. Opera dei Pupi - con i personaggi del teatro popolare dell’O - pera dei pupi siciliani tratti dal ciclo carolingio, spiegati e spettacolarizzati da Venerando Gargano. Ricamo e Pizzo - che riporta a Messina questa antica maestria artigianale, attraverso la do - cente Giuseppa Grillo.

Taglio e Cucito - l’antica arte dei sarti, i “custureri”, insegnati dalla maestra Cristina Costa. Tradizioni Religiose - la religiosità, la devozione e la fede popo - lare, illustrate dalla docente Francesca Mangano. Nuove forme di artigianato “Modellazione 3D”, “Artigianato digi - tale” e “Laser cutting - Grafica digita - le”, esposte agli allievi e messe in atto, rispettivamente, da Giancarlo Rizzo e Maurizio Di Fiore.

Recupero di materiali antichi con tec - niche moderne e innovazioni di desi - gn, materia insegnata in laboratorio da Emanuele Castrianni. Oreficeria - l’importante arte orafa che dal ‘200 e fino all’800 ha visto Messina rilevante centro di produzione della lavorazione dell’oro e dell’argento, spiegata e rea - lizzata con gli allievi dai maestri Santi Ferrera e Veronica Torrente.

I progetti portati avanti nella «Scuola degli antichi mestieri e delle tradizio - ni popolari messinesi» hanno avuto il culmine con una cerimonia di pre - miazione organizzata nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, dove, alla presenza degli assessori Scattareggia e Trimarchi e del Comitato scientifico, ha avuto luogo la consegna degli attesta - ti di partecipazione ai docenti ed agli allievi impegnati nelle diverse attività di laboratorio. Nel corso della cerimo - nia è stato proiettato un documentario riassuntivo delle attività realizzate e sono stati mostrati opere e manufatti realizzati nel corso delle varie attività formative.

«É un primo segnale – dice in una nota il governatore della Sicilia Nello Musu - meci – che intende coltivare la memoria storica di un territorio, le radici di una regione e di una comunità. Ma anche per restituire valore al lavoro manuale, che ha la stessa dignità delle altre professio - ni. Con l’occasione contribuiamo anche al salvataggio delle vecchie botteghe artigiane che ormai stanno scomparendo». «Da parte del governo – aggiunge l’assessore dei Beni culturali Sebastiano Tusa (l’illustre archeologo recentemen - te scomparso a seguito di un incidente aereo in Etiopia) – c’è grande attenzio - ne per gli antichi mestieri e il recupero delle nostre tradizioni. Un settore che negli ultimi anni è stato dimenticato o talvolta, ingiustamente, relegato a fe - nomeno marginale e lontano dalla sua dimensione culturale. È una delle azioni del governo Musumeci che possono ri - dare la giusta dignità a memorie della nostra terra che rischiano di scomparire definitivamente, cancellando l’identità di un intero popolo »

Che dire, una bella iniziativa che spe - riamo arrivi anche in altre Regioni!.