A Roma con il Ministro Franceschini per la cultura popolare

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Un’occasione di crescita che conferisce nuova linfa alla FITP: l’incontro con il Ministro Franceschini.

Il 26 luglio scorso la Giunta della Federazione Italiana Tradizioni Popolari, alle 17.30, è stata ricevuta dall’On.le Dario Franceschini Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

L’incontro era orientato a ribadire l’importante ruolo svolto da diversi decenni dalla Federazione per la tutela e valorizzazione delle tradizioni popolari delle diverse regioni italiane. Il Presidente Benito Ripoli ha illustrato le attività dei gruppi folklorici iscritti alla FITP con le differenti specificità sia regionali, sia associative; in tale I occasione è stata ricordata al ministro la sua adesione ad un gruppo di sbandieratori della zona di Ferrara.

In tale quadro, il presidente Ripoli ha messo a fuoco la particolare funzione associativa, culturale e didattica svolta dai gruppi folklorici nei diversi contesti urbani metropolitani e nelle comunità a cultura agricola e pastorale; ha precisato che, in entrambi gli ambiti, i gruppi operano mantenendo vitali le tradizioni popolari che caratterizzano la storia dei rispettivi territori regionali e dei diversi paesi e città di appartenenza.

Sulla base di questa premessa, è intervenuto il Prof. Mario Atzori, presidente della Consulta Scientifica, per chiarire l ’ i m p o r t a n z a delle tradizioni popolari da c o n s i d e r a r e come beni culturali ancora vitali, in quanto concretamente vissuti dalle diverse comunità italiane e proposti negli spettacoli organizzati dai gruppi folklorici, in occasione di feste e sagre popolari.

Nel colloquio col Ministro e nella relativa discussione, la delegazione della Federazione ha dimostrato che le Tradizioni Popolari Italiane si distinguono in beni culturali immateriali, come i canti, i balli, le feste popolari, le numerose tradizioni orali, ecc. e beni culturali materiali, come i numerosi manufatti dell’artigianato domestico e dell’artigianato dei mestieri, cosi come i prodotti alimentari delle tradizioni culinarie delle diverse regioni.

Pertanto, è stato precisato che le Tradizioni Popolari, o beni demo-etno-antropologici, devono essere riconosciute ed avere la stessa dignità dei beni culturali archeologici, storico-artistici e ambientali, con la particolare specificità che il patrimonio etno-antropologico italiano, così come quello di qualsiasi altra tradizione culturale, resta sempre vitale, pur conservando le strutture culturali caratterizzanti le differenti caratteristiche regionali.

Inoltre, il ministro è stato informato che numerosi comprensori scolastici richiedono interventi didattici dei gruppi folklorici locali per insegnare agli alunni canti, balli e tradizioni orali popolari della zona in cui operano.

Nel contempo vengono ripresi e proposti i comparti e i manufatti dell’artigianato popolare tradizionale (orafi, ceramisti, tessitrici, cestinai, ecc.) così come i vasti settori della tradizione alimentare.

Infine, nell’articolata discussione sorta nell’incontro è emerso che il vasto e variegato patrimonio etno-antropologico italiano costituisce, di fatto, uno specifico richiamo per attirare, nell’arco dell’anno, una grande quantità di flussi turistici, determinando così un indotto economico abbastanza ampio e importante; infatti, in tutte le regioni, per i diversi mesi dell’anno, da gennaio fino a dicembre, si svolgono feste e ricorrenze, in occasione delle quali sono protagoniste le Tradizioni Popolari valide proprio in quanto diverse e vitali perché sentite dalle popolazioni organizzatrici.

Da qui le seguenti formali chieste inoltrate al Ministro Franceschini: favorire una particolare collaborazione con la scuola, gli enti e gli istituti italiani e stranieri che si interessano di cultura popolare e tradizionale; prevedere, nella prossima legge finanziaria, interventi per promuovere, favorire, rivalutare e far rivivere tutte le manifestazioni della cultura popolare tradizionale, mediante eventi e spettacoli di trasposizione scenica delle tradizioni popolari, anche a fini ricreativi e di utilizzazione del tempo libero, mediante studi, ricerche e pubblicazioni varie e mediante la promozione e gestione di corsi professionali inerenti le tradizioni popolari.

A conclusione l’On. Franceschini ha preso formale impegno sia di tenere presenti le richieste avanzate, sia di riattivare, nel prossimo autunno, un tavolo di concertazione programmatica con le varie istituzioni operanti nel vasto ambito dei beni culturale fra le quali sarà chiamata la Federazione Italiana Tradizioni Popolari per i beni demo-etno-antropologici.