Amore totale per il creato

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I leader politici più importanti della Terra si sono riuniti tempo fa a Glasgow per discutere del futuro del nostro pianeta sul quale incombe la minaccia di un disastro climatico. Anche se la soluzione adottata è frutto di un compromesso tra posizioni contrastanti, è indubbio che la problematica del clima sia sempre più centrale, in un mondo che apparterrà sempre di più ai giovani: il nostro futuro sarà il loro presente.

Insomma, la natura sulla quale l’adolescente Greta ha richiamato l’attenzione mondiale è tematica che non può non colpirci, suggerendoci alcune considerazioni.

Anzitutto noi stessi dobbiamo sentircene parte; noi siamo anche natura, oltre che cultura, e questo sentirsi partecipi può farci respirare un’aria di universalità che già ispirò l’afflato religioso di Frate Francesco, nel suo celeberrimo Cantico delle creature:

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature […]

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,

la quale […] produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

 

Non mi sembra un caso che analogo senso spirituale abbia portato, a distanza di secoli, uno dei più grandi narratori del Novecento, Fëdor Dostoevskij, a scrivere: «Quell’afflato spirituale che esprime padre Zosima in un inno al creato e all’amore che lo pervade, ne I fratelli Karamazov: “amate l’uomo anche nel suo peccato, giacché proprio questo è l’amore divino e la forma suprema dell’amore sulla terra”. Amate l’intera creazione come ciascun granello di sabbia. Amate ogni fogliolina, ogni raggio divino. Amate gli animali, amate le piante, amate ogni cosa. Se amerete ogni cosa, in ogni cosa coglierete il mistero di Dio. E una volta che lo avete colto lo comprenderete ogni giorno di più.

Arriverete, finalmente, ad amare tutto il mondo di un amore totale».

In questo processo di formazione-rigenerazione critica, la scuola dovrà essere soggetto insostituibile. Lo ha intuito quel maestro di vita civile che è stato Piero Calamandrei che, sulla funzione della scuola afferma: “la formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica… ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall’afflusso verso l’alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie… a questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità. Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in altro senso politico, perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali”.

 

Inoltre, in epoca che pur vede ottuse e pervicaci negazioni della scienza – per cui noi italiani oltre ad essere milioni di allenatori di calcio, siamo anche milioni di virologi – dovremmo riscoprire il valore insostituibile della scienza, della conoscenza critica, in assenza della quale nessuna crescita della società è possibile nel suo complesso e nelle sue varie articolazioni.

Dovremmo riscoprire due ordini di valori, compresenti pur nella loro apparente contraddittorietà: il valore della comunità di noi umani e quello della singolarità di ognuno di noi, particella indispensabile al mondo oltre che a noi stessi. Un soggetto individuale eppure parte integrante di un soggetto collettivo, questo possiamo essere: pur restando ancorati alla nostra unicità, possiamo avvertire il respiro universale di essere parte di un universo infinitamente più vasto. Sembrano piccole conquiste, eppure se incominciassimo da domani a farle nostre, avremmo compiuto numerosi passi verso una società migliore, più ecosostenibile, più umana. •