di Giorgio Gori
Noi bergamaschi e il Ducato di Piazza Pontida in cuor nostro lo sapevamo già, ma da qualche settimana lo ha sancito anche la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, che, per mano del suo Presidente Ripoli, ha consegnato proprio nelle mie mani, sul palco della Sfilata di Mezza Quaresima, il riconoscimento. Mi son sentito innanzitutto onorato e non potrò mai ringraziare abbastanza la FITP. Questo importante riconoscimento premia non solo una città tanto legata ai propri valori e alle proprie tradizioni popolari, ma anche e soprattutto il grande sforzo che ogni anno il Ducato di Piazza Pontida mette in campo, su tutti, per la sfilata di Mezza Quaresima e per il Festival del Folklore. Sul riconoscimento alla nostra città si legge la seguente motivazione (che riporto per intero): «Per la sua capacità di resistenza agli scenari di crisi, pilastro di una resilienza non meramente conservativa, ma propositiva e largamente praticata nelle culture del folklore. La comunità bergamasca infatti, pur duramente colpita nella fascia di popolazione depositaria di ricordi, storie e tradizioni, ha saputo riconoscersi condividendo valori comuni come quelli della memoria, dell’ appartenenza e dell’ identità. Per Bergamo città del folklore significa non disperdere il valore fondante della cultura eroica di quella generazione che ha incarnato un patrimonio etnico e antropologico, un patrimonio di eccezionale valore socio culturale che anche attraverso l’azione dei gruppi folklorici bergamaschi merita di essere recuperato». Bergamo si è rimessa in moto a tutti i livelli e stiamo vivendo un anno speciale in vista del riconoscimento a Capitale della Cultura 2023, un anno fatto di cantieri, fisici e non solo, in preparazione di un appuntamento nel quale non potranno mancare la cultura popolare e le tradizioni folkloristiche del nostro territorio. La sfilata di Mezza Quaresima 2023 rappresenterà un appuntamento, ne sono convinto, tra i più attesi, in questo senso. E, devo dire, che non vedo l’ora di poterla vivere di nuovo: l’edizione 2022 è stata indimenticabile, a mio avviso, perché ha significato una riappropriazione della città e dei suoi spazi dopo due anni di incertezza, difficoltà, incognite e dolore, per via della pandemia di covid19. In qualche modo, avevamo bisogno tutti quanti della Sfilata di Mezza Quaresima di quest’anno: è stato un po’ il calcio d’inizio di un nuovo tempo, il kick off di una nuova fase per la nostra città. Nel logo scelto per accompagnare la Capitale della Cultura c’è quel 3 che sta anche per la «B» iniziale delle due città, ma, per me, rappresenta soprattutto una molla. Una molla in senso fisico: durante la prima fase della pandemia le nostre città sono rimaste schiacciate, le energie compresse, ora le stiamo liberando con tutta la forza che abbiamo. Siamo stati il territorio più colpito nella prima ondata, è la nostra storia, ma quando è nata questa candidatura abbiamo subito detto che la cultura sarebbe stata un fattore terapeutico, una cura. E la Mezza Quaresima 2022, in generale il ritorno della cultura popolare per le nostre strade, è parte e specchio di tutto questo, energie che si sprigionano, cittadini che tornano a vivere lo spazio pubblico, il prologo di un anno in cui la cultura – e, ripeto, anche quella popolare – sarà pilastro della progettazione del nostro domani post pandemia. L’appuntamento, quindi, per il 2023 è a Bergamo, città del Folklore e della Cultura.