Cari Amici Presidenti è questo il tempo di un pellegrinaggio interiore, che ci accompagna attraverso il deserto della nostra fragilità. Solo la solidarietà e lo spirito di corpo, possono, in questo momento, farci superare la valle oscura della vita, allontanando il buio del cuore per amore del proprio fratello.Cambierà il nostro modo di vivere, La riposta: la vita, fino ad ora, disordinata, sregolata e malata della società civile, che ha inseguito solo sogni e non si è fatta scrupolo di calpestare il proprio simile, non ci ha consentito di comprendere che è stata causa di “una desertificazione strisciante”, che ha spinto i giovani ad allontanarsi dalla propria terra. Spero che Il maledetto coronavirus, oltre che a creare lutti e dolore nel mondo, crei presupposti per un risveglio delle coscienze che spingeranno, forse, gli uomini ad essere onesti cittadini, a promuovere la missione della politica, a costruire modelli sani d’imprenditorialità.
Non ci manchi il coraggio di fare un serio esame di coscienza, di essere vicini a chi soffre a causa di un maledetto, subdolo, ambiguo e viscido nemico dell’umanità, di reagire e agire. Fermiamoci per un momento e chiediamoci: cosa faccio per il bene e il
cambiamento di questa situazione, Impegniamoci ad abbandonare la boria e la spocchiosità di ritenerci onnipotenti e, sempre, superiori agli altri; impariamo a guardarci a vicenda come persone, come figli di un unico padre; come fratelli, che
testimoniano la cultura dell’incontro, così da non ignorare i deboli, emarginare i più fragili e gli ultimi, idolatrare il denaro e la vita facile. Fissiamo i nostri simili con lo sguardo della solidarietà. Il Folklore ci aiuterà e ci sosterrà nel nostro desiderio di una rivoluzione di vita che più ci servirà, quella della giustizia e della legalità. Ci faccia, in definitiva, essere più attenti alla vita delle città con uno stile di partecipazione democratica, che sappia parlare il linguaggio del “noi” e non frantumarsi in molteplici egoismi, che prendono il podio del diritto, rendendo invisibile il confine tra legale e illegale.
“Se il male è contagioso, lo è anche il bene. Bisogna, pertanto, che abbondi in noi, sempre più, il bene. Lasciamoci contagiare dal bene e contagiamo il bene”.
(Papa Francesco)
Anche se in questi giorni sta trionfando la paura ed il mondo di qualche mese addietro ci appare estraneo, lontano, quasi irreale, ricordiamoci di essere il popolo italiano. E’ vero, non ci amiamo molto, siamo campioni di auto denigrazione, considerati dagli
altri, non meno che da noi stessi, come i soliti furbi, improvvisatori, inaffidabili, simpatici ma indisciplinati... ma siamo il popolo italiano. Un popolo di talenti, quell’insieme di bellezza, creatività, generosità, ingegno invidiato da chi, anche questa volta, ci ha trattato con sufficienza. La nostra, è la terra di Dante e Manzoni, Galilei e Michelangelo, Armani e Renzo Piano, Caruso e Pavarotti. E quando tutto sarà finito, quando l’Italia si rialzerà, sono certo, non sarà retorica l’orgoglio di un Paese sfinito, che ha ritrovato sé stesso. A questa maledizione stiamo opponendo umanità e bravura. In futuro tutti si ricorderanno di un popolo che non ha avuto isteria, cedimento, anche se chi non ce la faceva se ne andava, addormentato nel sonno eterno, senza un saluto... ogni sera era una pietosa litania di numeri.
Metropoli, Paesi, Borgate, tremendamente, CITTA’ DEL SILENZIO. Si ricorderà quante volte si è detto “sì ce la faremo”, perché fermamente convinti di essere un popolo di resistenze infinite ed inimmaginabili. Mai come ora mi sento di affermare e testimoniare con convinzione che, in seguito a contesti ardui e problematici come quelli attuali, è possibile costruire un futuro(se ce lo permetteranno) diverso, che seminerà frutti di legalità, sconfiggendo le “strutture di peccati”, innescando alleanze positive per riedificare nella giustizia la casa comune della nostra bella Italia.
Amici Presidenti, Ragazzi dei nostri cari gruppi folklorici, ottimismo e coraggio. Non lasciamoci rubare la speranza. Possiamo rialzarci tutti insieme solo se camminiamo, ciascuno per la propria parte, evitando scontri e contrapposizioni, creando, invece, alleanze e comportamenti
virtuosi. Saremo così i nocchieri di una società che guarda al suo futuro. Garanti e cittadini che sognano di lasciare alle generazioni future, una casa comune, solida e ricca di prospettive per la nostra meravigliosa Italia. È nei momenti difficili che il paese deve dimostrarsi unito. Candele accese e la fiammella della carità risplenda su ogni atto di solidarietà. Con un alito di speranza alimentiamo un soffio di vita; solo così la notte tenebrosa, verrà scacciata da un’alba radiosa, fatta di calore e umanità.
IL PRESIDENTE
Benito Ripoli