Coesione sociale e devozione nei canti per Padre Pio

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Sant’Agostino affermava che «chi prega, cantando, prega due volte», dimostrando, così, di essere, anche, un cultore della musica. Infatti, nel rispetto di quella che è stata la sua vera intuizione, chi prova gioia nel pregare il Signore, fortifica la sua fede, cantando.

Proprio citando la frase del noto dottore della Chiesa, il Presidente della F.I.T.P., Benito Ripoli, nel consueto Salone delle Feste Parco delle Rose di San Giovanni Rotondo, il 25 novembre, ha introdotto il tema portante della serata: «Canto Padre Pio».

Dopo aver rivolto il saluto alle autorità municipali presenti - il Sindaco Costanzo Cascavilla e il delegato allo spettacolo Claudio Russo - e al numeroso pubblico, ha presentato i tanti gruppi della Federazione che hanno sentito l’esigenza di accomunarsi nella lode a Padre Pio.

Il Presidente della Federazione, ha evidenziato come il “cantare” e, più in generale, il “fare musica”, è sempre stato un forte collante sociale e religioso; infatti, il pathos che si sprigiona ogni volta che ascoltiamo una musica, ci emoziona e irrompe all’improvviso.

Nel bel teatro del Parco delle Rose, quando già si diffondono le prime note di Hallelujah, famoso brano di Leonard Cohen, scomparso di recente, sulle quali è stato adattato un canto a Padre Pio, magistralmente interpretato da Michele Longo, la sala vibra di emozioni e l’intepretazione dell’artista è accompagnata da scroscianti applausi.

Nello spettacolo che segue, gli inni dedicati al frate di Pietrelcina, come risposte ad un “appello” che non si può ignorare, si sono rincorsi come se fossero i grani infilati nella corona del Rosario. Le voci del gruppo Folk Val di Noto di Avola, così come le note de No Potho Reposare di Giovanni e Luigino di Arzachena arrivano al cuore di tutti; ed anche i canti Saluri Areina del Gruppo folk Sa Turri di Portoscuso e Buonasira a Vui Madonna, con la voce vibrante di Gino Neri del gruppo Folk Amici del Folk, riescono ad ottenere la stessa emozione.

Commoventi, poi, nella loro naturalezza, i Piccoli dei Nebrodi con Inno alla Madonna, e coinvolgente la corale del Gruppo Città di Milazzo con Supra ‘Staltari’. Momento magico dal punto di vista etnomusicale è stato, inoltre, ascoltare le voci dei Cantori di Carpino, con il particolare fascino interpretativo di Rosa e Nicola che hanno eseguito A Montanara.

L’omaggio musicale a Padre Pio si è concluso con l’Orchestra Etnica del Gargano che ha proposto numerosi brani musicali della tradizione garganica, facendo ballare tutti i presenti in sala. Degna di nota, infine, è stata la performance canora di Maria Luigia Martino che, con la sua “voce angelica”, ha eseguito, accompagnata da Giovanni Russo, Orazio Gitto e da Tobia Rinado, un bellissimo e famosissimo canto siciliano “E vui durmiti ancora”. Nel corso di questa “particolare” serata canora, i brani che hanno composto questo rosario musicale sono stati, tutti, uno strumento di meditazione, di preghiera collettiva, di esternazione dei sentimenti più intimi.

Ogni canto è stato, insomma, un omaggio alla figura, carismatica e taumaturgica, del «frate con le stimmate». Ancora una volta, nella Città di san Giovanni Rotondo, la musica ha unito, non ha conosciuto confini politici ed ideologici, rappresentando un dono che il Signore ha donato all’umanità per esaltare la bellezza dell’Uomo e del Creato; e la Federazione Italiana Tradizioni Popolari si è resa interprete di questo dono con la partecipazione esaltante e appassionata dei suoi Gruppi Folklorici.