I 90 anni del gruppo folklorico Pro Loco di Castrovillari

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Sette giorni (dal 7 al 14 luglio) per raccontare 90 anni di vita ripercorrendo, attraverso mostre fotografiche, di costume, di video, incontri culturali, quasi mezzo secolo del Gruppo Folklorico della Pro Loco di Castrovillari. Tanta la strada fatta dal 1929, quando il gruppo nasce con la denominazione  «I Canterini di Castrovillari»  grazie all’intuizione del dr. Aldo Schettini e di un certo numero di volenterosi ed appassionati cultori di arti e tradizioni popolari.

Nel 1959, anno di fondazione della Pro Loco,  con l’allora presidente, il prof.  Vigiano, il sodalizio prende il nome dall’Ente, imponendosi, grazie alle sue doti e capacità artistiche, all’attenzione nazionale ed internazionale,  fino ad arrivare ai giorni nostri sotto la presidenza del prof. Eugenio Iannelli e la direzione etnografica di Gerardo Bonifati.

Un sodalizio che, in questi 90 anni, ha visto al suo interno oltre 700 iscritti e che oggi, grazie anche ai «Piccoli della Pro Loco», diretti da Tiziana La Vitola, arriva a contare oltre  800 componenti.

Per alcuni è stato come ripercorrere alcune tappe essenziali della propria vita; per altri, un mezzo di conoscenza eccezionale della storia locale. A soffiare sulle 90 candeline, anche il gota della Giunta Nazionale della FITP (Federazione Italiana Tradizioni Popolari) e dell’antropologia culturale nazionale.

Per questa operazione, l’evento si  è impreziosito di due comitati d’onore; quello organizzativo formato da tutti i presidenti, direttori artistici e musicali che si sono alternati in questi anni  con presidente, il decano del Gruppo della Pro Loco, Ornella Presta e quello d’onore con la presidenza del consiglio, nella persona del Presidente Conte.

Pertanto si è arrivati alla seguente definizione: «Miglior Gruppo italiano nell’aver interpretato con canti e musiche, la straordinaria stagione del Risorgimento, premio “Pitrè Salomone Marino”,  Premio “Sciacca” e poi il riconoscimento di valenza mondiale conferito  al direttore etnografico della Pro loco di Castrovillari Gerardo Bonifati. La consegna  del “Gold Star Award “ (Oscar del Folklore ) avvenuta  in Israele  durante una splendida cerimonia tenutasi nella città di Haifa dal Ministro della Cultura israeliano. Ultimo in ordine di tempo l “Oscar nazionale del Folklore” consegnato dal presidente nazionale della FITP, Benito Ripoli, in occasione dello spettacolo «Castrovillari nella memoria - lettera di un emigrante», scritto dal prof. Leonardo Alario che ha raccontato, attraverso la trasposizione scenica, la storia del popolo contadino. 

Dal passaggio di Giuseppe Garibaldi nella zona del Pollino, atteso e acclamato, rivoluzionario da un punto di vista politico e sociale per i cambiamenti che intendeva attuare in favore della popolazione che, rimase nella storica miseria nonostante i tentativi di ribellione, alla partenza verso l’America in cerca di fortuna. 

Lo spettacolo propone veri e propri quadri che hanno raccontato il corteggiamento dell’amata fino al matrimonio e alla festa grande, passando per le antiche tradizioni e credenze come quella del «monachiddu», simbolo di speranza e buona fortuna; il racconto scenografico prosegue con scene di vita quotidiana nei campi, col periodo carnevalesco, con i riti della settimana Santa con la processione del Venerdì, fino ad arrivare alla partenza per le Americhe. Insomma «Suoni e memorie di un tempo perduto», raccontate grazie  allo studio e alla ricerca continua, sulle tradizioni della nostra terra, amate e apprezzate anche da un pubblico sempre più attento e numeroso che richiede  costantemente nuove e significative proposte spettacolari. Cosa che il Gruppo Folklorico della Pro Loco, grazie al direttore etnografico Gerardo Bonifati, mette in scena da diversi anni tanto da essere insignito di diversi riconoscimenti per l’impostazione scenica, innovativa e per preciso modo di raccontare le tradizioni, per la forma di proporre trasposizioni sceniche che parlano di argomenti legati alla cultura calabrese, molto apprezzate dal mondo accademico, tanto che,  diversi Atenei, seguono con interesse l’attività culturale del gruppo a cui danno un’appropriata credibilità. Sorprendentemente, colpito, il prof. Mario Atzori, Presidente della Consulta Scientifica, ordinario di Storia delle Tradizioni Popolari presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Sassari, uno dei massimi esperti delle tradizioni popolari sarde, ha conferito simbolicamente, al direttore etnografico, Gerardo Bonifati, la laurea «Honoris Causa»  in scienze antropologiche. Un susseguirsi di emozioni hanno caratterizzato questo importante compleanno, sottolineato anche dal libro-diario «I Colori della Tradizione», edito da il «Coscile» , una sorta di cronistoria che la giornalista Paola Gentile, ha raccolto ripercorrendo a ritroso questo lasso di tempo (2010-2019). Un’appendice  a quello già stampato in occasione degli ottant’anni del medesimo sodalizio, raccontato anche attraverso le trasferte del gruppo dalla penna di Giovanni Amato, già presidente della Pro loco e anche lui componente dal 1966. Altro momento importante ha riguardato la Tavola Rotonda ugualmente a cura della Federazione Italiana Tradizioni Popolari in collaborazione con l’Accademia Pollineana sul tema: «Funzioni sociali ed educative dei Gruppi Folklorici: Come interessare i giovani al proprio patrimonio etnografico. Attuali proposte educative. Il prof Atzori ha sottolineato che i giovani hanno un grosso problema: «non hanno più grandi interesse a vestire l’abbigliamento popolare perché attratti da altri interessi». Gli ha fatto eco il presidente nazionale della FITP, Benito Ripoli: «I giovani vivono il folklore in modo diverso con sound nuovi,  con musiche nuove e non più quelle ancorate alla tradizione vera pura e genuina. Noi dobbiamo studiare delle forme che possano conquistarli nuovamente. E ci riusciremo». Degne di significati le mostre allestite nel Castello Aragonese, in esposizione il tradizionale abito della «Pacchiana» icona dell’associazione e della città: «Bello e sfolgorante di colori, ritenuto uno dei più caratteristici costumi tradizionali del mondo, in mostra permanente al Museo di Bruxelles, il costume tradizionale femminile della città di Castrovillari viene menzionato già in antichi contratti di matrimonio, risalenti al 1300, quale abito indossato nel giorno del matrimonio dalle giovani contadine e dunque inserito nel corredo matrimoniale». Icona ripresa anche dal M° orafo, Michele Affidato, che per l’occasione ha realizzato dei ciondoli con l’effige della Pacchiana. 

Ed ancora manifesti, oggetti, doni e premi legati ai momenti istituzionali, mostre fotografiche del tempo che passa, momenti attuali, mostra di strumenti tradizionali e degli almanacchi. Senza dimenticare il gruppo visto con gli occhi dei bambini. Più che soddisfatti della riuscita della manifestazione, il presidente Eugenio Iannelli, il direttore etnografico, Gerardo Bonifati e tutto il gruppo operativo dell’Ente. Un evento magico che rimarrà impresso nel cuore di chi ha voluto soffiare su queste 90 candeline, per  festeggiare quasi un secolo di vita di un gruppo,  che ha fatto grande il folklore castrovillarese. 

 

foto: Giuseppe Iazzolino