I gruppi folklorici della FITP e la Regione Lazio

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Nuove importanti opportunità per il futuro dei gruppi folklorici FITP nel Lazio. Fin dall’ottobre 2016, l’esperienza denominata “La memoria lunga. Rifunzionalizzazione del patrimonio immateriale del Lazio” del Comitato regionale FITP è stata selezionata dalla Regione Lazio per essere inserita nel “Catalogo delle buone pratiche culturali”, strumento che ha la finalità di raccogliere e mettere a confronto le migliori iniziative realizzate nel territorio e rappresenta un riconoscimento ai soggetti pubblici e privati che abbiano attuato un progetto originale e concreto di promozione, valorizzazione e sviluppo, creando dunque un modello culturale di successo. La proposta, identificata con il numero 84, descrive i gruppi folclorici iscritti alla FITP quali custodi e interpreti delle tradizioni popolari locali e individua la Consulta Scientifica FITP quale partner di collaborazione nel lavoro di trasposizione scenica. Nelle performance stesse dei gruppi infatti si realizza la buona pratica consistente proprio nell’attività di rifunzionalizzazione e riattualizzazione del patrimonio immateriale regionale. L’ambito tematico prescelto è “Innovare e includere” e riguarda le azioni innovative promuoventi l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva anche attraverso lo spettacolo dal vivo.

Al numero 49 del medesimo Catalogo figura anche il Festival organizzato dal gruppo “I Paggetti” di Minturno intitolato Folklore: Tradizioni, Cultura e Pace. Un bel riconoscimento per un evento di un gruppo FITP. Il suddetto Catalogo è consultabile on line nella pagina dedicata alle buone pratiche sul sito della Regione Lazio, ove si legge:

“La misurazione degli impatti prodotti dalle politiche sui beni culturali costituisce un tema fondamentale per il Consiglio dell’Unione Europea, così come per la Commissione Europea, che ha posto al centro dell’attenzione l’esigenza di un approccio integrato al patrimonio culturale, nella sue varie dimensioni: fisica, digitale, ambientale, umana e sociale, oltre che culturale, evidenziando tuttavia come siano disponibili solo stime parziali in merito alla sua rilevanza.
La Regione Lazio ha avviato l’attività di benchmarking – inteso come confronto sistematico qualitativo e quantitativo – del Sistema Cultura del suo territorio,  rispondendo alla necessità ed urgenza di declinare i molteplici valori di cui si compone il patrimonio culturale, affrontare il tema sia degli indicatori, che degli approcci e dei metodi e, successivamente, determinare quali fra questi siano quelli idonei a rappresentare con maggior accuratezza gli impatti, intenzionali e non intenzionali, che la cultura produce, fino ad arrivare ad individuare modelli vincenti di utilizzazione delle risorse culturali e buone pratiche da trasferire”.

Nella seconda edizione del suddetto Catalogo, approvata dalla Regione nel 2021, al numero 30 figura il ‘Carnevale degli Zanni del Cicolano’, proposto dalla Compagnia degli Zanni di Pescorocchiano, che rientra invece nell’abito tematico “Valorizzazione, tutela e promozione del patrimonio culturale, comunicazione nelle iniziative realizzate in ambito culturale”.

Per i gruppi folclorici FITP del Lazio, l’ingresso nel Catalogo si accompagna alle speranze legate alla Legge Regionale 15 del 2014 sul “Sistema cultura Lazio: Disposizioni in materia di spettacolo dal vivo e di promozione culturale”.

In concreto, l’articolo 8 del testo prevede l’istituzione di un Albo Regionale delle bande musicali e dei gruppi corali, coreutici e teatrali amatoriali. Requisito essenziale per i gruppi coreutici per entrare nell’Albo è quello di essere “operanti nel territorio regionale e costituiti, da almeno un anno, per atto pubblico o scrittura privata registrata, in enti senza fini di lucro ed il cui direttore sia in possesso di titoli attinenti alla materia o di una comprovata esperienza nel settore”. In detto albo sono attualmente iscritti undici sodalizi, di cui ben dieci targati FITP. Essi sono: per la provincia di Frosinone Aria di Casa Nostra di Alatri, Valle di Comino di Atina; per quella di Latina: Norbensis di Norma, I Paggetti di Minturno; per quella di Rieti Città di Cures di Fara in Sabina, La Compagnia degli Zanni di Pescorocchiano; per quella di Roma Sbandieratori e Musici dei 7 rioni storici di Carpineto Romano, U Rembombu di Nemi, Monte Pàtulo di Sant’Angelo Romano, Le Tamburellare Tiburtine di Tivoli.

L’articolo 9 invece istituisce l’Albo regionale dei festival del folklore, in quanto la Regione “nell’ambito delle attività dello spettacolo dal vivo, riconosce la danza e la musica popolare e folkloristica quali espressioni dell’identità culturale dei popoli nonché strumento per la conoscenza della cultura e della tradizione popolare e per lo sviluppo sociale, economico e, in particolare, turistico dei territori” e considera “la loro rilevante funzione anche nei confronti dei cittadini laziali residenti all’estero e d’integrazione sociale”. Tale albo è stato aggiornato nel settembre 2021 ed ha validità triennale. 19 sono gli spettacoli folkloristici del Lazio che vi sono inseriti. Tra questi 6 sono organizzati direttamente da gruppi FITP. Essi sono: Festival del Folklore di Minturno (I Paggetti), Festival Internazionale del Folklore nei Lepini di Carpineto Romano (Sbandieratori e Musici dei 7 Rioni Storici), Festival Internazionale del Folklore di Sant’Angelo Romano (Monte Patulo), Rassegna Internazionale di Strumenti Popolari di Atina, (Valle di Comino), Incontro Internazionale del Folklore del Cicolano di Pescorocchiano, (La compagnia degli Zanni), Norbensis Festival - Il Folklore per la pace dei popoli di Norma (Norbensis). Ad altri due collaborano attivamente altri 2 gruppi: il gruppo di Atina al Festival internazionale del Folklore Valle di Comino, Aria di Casa Nostra al Festival Internazionale del Folklore Flavio Fiorletta di Alatri.

Perché l’inserimento nel Catalogo, nell’Albo dei gruppi coreutici e in quello dei Festival del Folklore sono dei passi importanti in prospettiva per i gruppi FITP del Lazio? Perché essi rappresentano degli elementi sui cui la Regione basa la propria programmazione. L’iscrizione è indispensabile per accedere ai contributi. Saper redigere dei progetti di qualità e riuscire a farli finanziare: questa è la priorità sulla quale lavorare. In questo senso, bisogna continuare a lavorare per aprire ancor di più la strada che si è aperta. Bisogna infatti imparare a fare un’azione di lobbying permanente sulle istituzioni in modo da far finanziare i suddetti strumenti al momento della redazione del bilancio regionale annuale. Non è facile ma è quel che bisogna fare se si vuole accedere ai fondi pubblici sovracomunali. In questo senso appare importante anche adeguare gli statuti per iscriversi al Terzo Settore, dando così peso e forza a quel volontariato culturale che di fatto i gruppi folclorici hanno messo in pratica da anni e che nelle comunità di paese di cui sono espressione è anche fattore insostituibile d’inclusione sociale.

I dirigenti hanno l’obbligo di crederci e devono cercare di migliorare la presentazione delle attività in modo da rendere i gruppi attrattivi e rappresentanti credibili di un territorio, ad esempio utilizzando uno storytelling adeguato sui social, curando con attenzione da un punto di vista scientifico, artistico e scenografico l’esecuzione degli spettacoli grazie a momenti di formazione e approfondimento e, infine, acquisendo una moderna capacità progettuale che sappia sfruttare e piegare a proprio vantaggio quanto indicato nei bandi pubblici. •