I gruppi folklorici precursori di pace

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Uscendo dalla caverna l’uomo ha guardato il cielo, il sole e le stelle. Ha coperto le sue nudità con pelli di animali, ha scoperto il fuoco e la ruota e con altri uomini ha costruito città e fondato imperi.
Grande è stato il cammino di questa meravigliosa creatura, particella di un gran “Tutto”, immerso nell’universo sidereo.
Culture e civiltà si sono succedute nel lento scorrere dei secoli e tanti eventi hanno nutrito e segnato la storia dei popoli nell’epifania della loro avventura esistenziale.
Una miriade di razze umane, di linguaggi, di tradizioni, di costumanze, hanno segnato concretamente il quotidiano vivere degli umani.
Quando l’uomo ha nutrito il suo cuore e la sua mente di princìpi e valori, egli ha progredito in ogni senso.
Ma oggi il mondo, in una profonda crisi culturale e morale, sembra smarrirsi nel nulla del nulla. Dimenticati desueti beni quali l’amore, la fratellanza, il rispetto reciproco, la concordia, l’amicizia.
Trionfano, invece, egoismi, prevaricazioni di ogni genere, superbia, sete di potere, un edonismo devastante che distrugge ogni cosa, un nichilismo ed un relativismo senza volto e storia che non portano da nessuna parte. Tutto questo, purtroppo, non rende l’uomo felice ed il suo cuore non avrà mai pace e lo renderà triste e cattivo e la gioia non abiterà mai nella sua casa.

Ed ecco il grande segreto della vita: cercare la pace con se stessi e con gli altri, una pace che abita nell’interiorità stessa degli umani, una pace senza tramonto.
La pace è nemica della guerra, dell’odio, dell’arroganza, della prepotenza, della cattiveria ad ogni costo, della povertà e della fame nel mondo di tante creature inermi.
le guerre sono detestate dalle madri. Pace vuol dire guardare gli altri con gli occhi dell’amore, della fratellanza,della solidarietà,della carità,così come vedeva il mondo e le sue creature Maria Teresa di Calcutta,donando tutta se stessa agli altri.
La pace diventa così la madre di ogni bene, di ogni progresso civile, economico, sociale.

Tutti gli uomini, quindi, hanno il sacro dovere di costruire, valorizzare e tutelare questo bene, rispettando anche la natura, in ogni senso (ecologia umana). Per avere la pace bisogna rispettare la Terra, custodirla e renderla produttiva per il bene di tutta l’umanità, senza distinzione di alcun genere. Non a caso, la parola pace, quale albero della vita, ha una origine greco-latina: paghyos-pangere, piantare saldamente.
E proprio in questa dimensione temporale ed etico-escatologica, si pone concretamente, da sempre, tutto l’universo del mondo del folklore. I Gruppi folklorici hanno scritto una grande pagina di storia: precursori di attività e di incontri di pace.

Tutte le sue attività, ad ogni livello (spaziale e temporale), mirano concretamente a manifestare amore e fratellanza, amicizia, gioia e speranze: omnia vincit amor.
Valori, codesti, che celebrano il gran bene della pace, quella che si fa gioia del cuore e della mente e che irrompe, come un fiume in piena, nei canti, nei balli, nelle tradizioni e costumanze varie dei popoli della Terra.
In questo modo l’uomo non è una monade, ma una parte del tutto che, come una sacra vestale del passato, ne celebra i trionfi.

Eventi, tradizioni, usi e costumi, narrati e cantati per non scomparire nell’oblio: solo così la damnatio memoriae viene sconfitta.
Allorquando i gruppi folklorici si esibiscono e si incontrano nelle piazze del mondo, lì piantano l’albero della pace, incoronato da un grande arcobaleno, ove l’amicizia, la concordia e l’uguaglianza fra i popoli , non conoscono barriere, in una patria comune, quella del cuore.

E tanti volti, simboli e stigmi della persona, si cercano, si guardano, nel rispetto dell’altro, di qualsiasi colore sia la sua pelle e la luce dell’amore, condurrà tutti sulla via della pace.
In questo modo i figli della grande famiglia del folklore saranno concretamente, insieme ad altre realtà e manifestazioni, costruttori di Pace.
I popoli che dimenticano la loro Storia ed i loro Padri, lentamente sono destinati a morire e a trascinarsi nel nulla del nulla.

Nelle feste folkloriche, sono i giovani ad essere protagonisti e sono infatti loro, la linfa che nutrirà sempre il cuore degli uomini ed allontanerà il male ed ogni forma di cattiveria ed i cuori di pietra si trasformeranno in cuori di carne.
Solo così l’albero della pace
sarà radicato fortemente nel cuore degli uomini.•