Il Folklore Italiano dal sapore Molisano

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L’amicizia non ha regole

Una mattina ci si sveglia con la voglia di trascorrere una giornata senza impegni, senza grandi necessità, senza l’assillo di chi opprime la spensieratezza di un mondo ormai decisamente opaco.

Ci si incammina verso prati verdi rigogliosi di fiori colorati di “Pace”. Nessuna presunzione pone la natura al cospetto, o al servizio di chi crede che il Mondo non sia tondo, non abbia un proprio moto, non viva di vita propria. Nessuna prostrazione verso chi del proprio “Io”, ne fa deliberatamente bandiera, ma senza “cerchi”, senza la fragilità di un tessuto che al vento straccia la sua identità e la pone al cospetto del potente di turno, del folle che della sua bandiera ne costruisce idillio e troni, delle altre macerie. Una forza, quella del vento, che ci porta lontano dalla realtà, anche se per il sol suo sibilo. Una forza che ci rende liberi di gioire, di piangere, di apprezzare, di armonizzare, di amare, e mai di odiare. Una forza che stende i più forti al cospetto dei più deboli, senza toglier loro dignità, ma ridonando rispetto a chi soffre, a chi sente il passaggio degli anni, delle malattie, della solitudine. Nessuno, proprio nessuno, può fermare il vento, anche se, prima o poi, anch’esso raggiungerà la calma. Si tornerà alla normalità, alla frenetica voglia del “nulla”, alla soporifera vita quotidiana. Ci si alzerà la mattina, ci si coprirà ben bene per non temere il vento, non più alleato ma nemico, non ci si soffermerà più ad ascoltare le splendide poesie che inneggiano alla felicità, musicate da Lino Rufo. A sera si tornerà a casa, nel concetto di una giornata apatica e senza l’ebbrezza di ciò che si è volutamente lasciato per strada. - Rimedi eterni all’apatia ed al raffronto quotidiano con l’inerzia che ci spinge ad essere degli esseri umani? - Difficile discostarsi da una risposta decisamente retorica ma senza di essa nel profondo.

E così, quando sei triste, quando non hai voglia di essere partecipe anche solo ad una sola risata, quando non pensi e quindi, strumentalmente poni le cose condizionato da un pensiero che è assente, la gioia del folklore, della sua musica, dei suoi balli, della sua gente, ridona splendore al viso caro di chi ancora spera in un meritato giorno pieno di amicizia, di spensierato coinvolgimento, di vera e sacrosanta forza di essere felici.

Così, dettata da questo spirito, nasce la due giorni del folklore che ha visto di scena 11 regioni d’Italia con i suoi “Padri del Folklore”, e ben 16 gruppi di musica etnica e popolare. Due giornate organizzate nei minimi particolari dal Comitato Regionale del Molise della Federazione Italiana Tradizioni Popolari , coadiuvato dalla Proloco di Isernia, con a capo Michele Freda, da volontari, da sponsor privati. Con il Patrocinio della Regione Molise, Presidenza del Consiglio ed Assessorato al Turismo e Cultura, della Città di Isernia, la manifestazione ha visto calcare sul palco dell’Auditorium “ Unità d’Italia” di Isernia, ben oltre 300 persone tra Padri del Folklore e attivisti di Gruppi etnici e popolari. Una kermesse che ha catalizzato presso la splendida struttura, ben oltre 1000 spettatori, e non solo provenienti dal Molise. Una due giorni di festa assoluta che ha ridato vita alla città di Isernia e non solo. Alberghi, B&B, ristoranti con il pienone hanno offerto una ospitalità, riconosciuta dagli ospiti ben oltre l’eccellenza. Un doveroso grazie a Giovanni Colarusso patron della splendida struttura de “La Fonte dell’Astore”, ai titolare della struttura “Santa Maria del Bagno” di Pesche, alle religiose del B&B La “Casa del Pellegrino”, alla struttura “Pausa Caffè” di Isernia, alle altre strutture che hanno collaborato e resa possibile un’accoglienza così massiccia. Un grazie ai tanti sostenitori che hanno onorato la manifestazione con i loro sponsor in primis “Dionisio Cofelice”, i f.lli Valerio “Smaltimenti Sud”, il Mulino “Di Iorio” di Macchia Valfortore ed i tanti altri quali l’azienda “Pallotta” da Capracotta, “Cantine d’Uva”, Cantina Sociale “S. Zenone”, “Di Vaira Ettore”, “Azienda Nola” di Venafro, “Telemolise”, “Teleregione”, “Zona Rossa Web tv” e tanti altri non di certo minori. Un grazie sentito all’Assessore regionale Vincenzo Cotugno, che ha voluto fortemente la manifestazione dopo l’importante sottoscrizione di un protocollo di intesa tra la Federazione e la Regione Molise, al fine consolidare la posizione dell’identità folklorica ai fini strettamente connessi alla cultura ed al ritorno turistico, ad Angelo Passarelli mai assente nelle occasioni importanti ed allo staff dell’Auditorium in capo a Giovanni Antenucci, al Sindaco Piero Castrataro, alla sua vice Federica Vinci, all’Assessore Ovidio Bontempo, alla consigliera nonché rappresentante provinciale, Angela Perpetua, ai tantissimi sindaci ed amministratori locali presenti quali quelli di Bojano, Campochiaro, San Polomatese, Pietrabbondante, Roccamandolfi, Venafro, Riccia, Agnone, Forlì del Sannio, Baranello, Carpinone, Pesche, Filignano, Longano.

Ma dopo la divagazione, dovuta e sentita, torniamo alla manifestazione con una particolare attenzione alla giornata dedicata alla rassegna di musiche, canti popolari ed etnici, tenutasi il 24 aprile 2022. Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Lazio, Campania, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna e Sicilia le regioni partecipanti per un totale di ben 16 gruppi in gara. Una kermesse suddivisa in due categorie – etnica e popolare. Una serata avvincente per premiare i vincitori decretati da una giuria di altissimo spessore tecnico/musicale. Lino Rufo, Christian Di Fiore, Giuseppe Santoro, Michelino Freda ed un quinto componente, corrispondente al maestoso pubblico in sala, sempre partecipativo, e mai avaro di applausi e complimenti. La serata, che ha visto conduttori Maurizio Varriano e Antonella Gatta, come per la prima dedicata ai “Padri del Folklore”, è iniziata con il botto. Oltre 1000 persone hanno invaso il foyer dell’Auditorium per godere della mostra fotografica a cura di Sandro Arco, realizzata da fotografo Molisano Franco Cappellari e prodotta dalla “Fondazione Molise Cultura”, dal titolo “136 Identità Molise”. In bella mostra anche il merletto di Isernia. Ma come si sa, lo spettacolo è fondante per la rassegna, e il Comitato Regionale della Federazione, per l’occasione, nella preparazione certosina, non ha dimenticato nulla. Andremo così a raccontarvi da qui innanzi, dei premi in bella mostra, ricordi presenti, e di un passato glorioso, soprattutto grazie a chi non è più con noi. Ore 20.45, si parte. Le immagini di uno splendido Molise accompagnate dalle prose di Edoardo Siravo, attore Molisano di fama internazionale, non ultima sua fatica “Le Fate Ignoranti”, restano scolpite negli occhi e nelle menti degli ospiti in sala. L’ovazione è degna conclusione alla scritta “Molise terra d’accoglienza”. Subito dopo i saluti di rito da parte del Presidente della Federazione Italiana Tradizioni Popolari, Benito Ripoli, del presidente del Comitato Regionale, Mario Barile, dell’assessore nazionale, Michele Castrilli, dell’Assessore Regionale con delega al Turismo e Cultura, Vincenzo Cotugno, di Angela Perpetua, consigliere Comunale nonché della Provincia di Isernia, la rassegna canora ha avuto inizio condotta con maestria dal duo Maurizio Varriano ed Antonella Gatta. Tutto perfettamente in ordine e grazie al service audio luci di Antonio Ziccardi, i musicisti si sono susseguiti senza tentennamenti, ed al meglio delle loro capacità. Una manifestazione avvincente che alla fine ha dettato dei vincitori, uno per categoria, come nelle regole del bando di partecipazione. La giuria nell’assegnare i premi e determinare le classifiche, ha dovuto lavorare non poco per concentrarsi nella bolgia determinatasi dall’entusiasmante tifo del magnifico pubblico accorso all’Auditorium. Prima del verdetto, con l’emozione e i battiti a mille, il ricordo di chi non c’è. Un ricordo fatto non di retorica ma di consapevole amore e rispetto di chi nel tempo vissuto, ha dato tanto alla famiglia italiana del Folklore, credendoci e realizzando il sogno della Federazione. – Bojanese , amante della tradizione più vera, aggregante, vitale per la comunità di Bojano e non solo, sognatore e grande organizzatore. -Non c’è bisogno di svelare il suo nome, l’avrete capito tutti, ma ciò è doveroso affinché si possa scrivere indelebilmente in ogni annale che si rispetti, ed anch’io lo farò. Parliamo di Cosmo Silvaroli, per tutti noi Cosimino. Cala il maxischermo, scorrono le immagini di un mondo sempre più vivido e mai più concreto. Un Cosmo in costume tradizionale Bojanese, le sue parole, la sua gente, danno visione di cosa e chi era Cosmo Silvaroli. Un lunghissimo applauso e sul palco salgono, accompagnati dalla narrazione, tutti i figli dell’eterno “Padre del Folklore”. Con essi, in rappresentanza dell’Amministrazione Bojanese, il vicesindaco Raffaella Columbro ed il rappresentante del gruppo folkloristico Bojanese dell’epoca, Filindo Russo. – “Doveroso ricordo e meritato premio, anche se postumo, per chi non ha mai smesso di amare Bojano, i Bojanesi, il Folklore nonostante difficoltà dettate dai tempi. Doveroso essere qui tra il suo popolo, la sua gente, per omaggiare un vero cultore delle tradizioni, un vero Padre per tutti noi” - Queste le parole della Columbro che dichiarano guerra all’apatia culturale Bojanese e mirano alla ricostituzione del gruppo. L’emozione trasuda sui volti dei presenti e le lacrime sono lo sfogo di una felice consapevolezza che Cosmo è ancora vivo nel e per il mondo a lui tanto caro. Le figlie nel ripercorrere le varie fasi della vita del padre, si fanno promotrici di un nuovo rinascimento – “Siamo onorati, oltre che commossi, per tanta cordiale stima per nostro padre. Noi siamo figli del folklore e quindi vostri figli per sempre”. - Parole toccanti che determinano ulteriore commozione. Un lungo applauso alla consegna della targa commemorativa a cura congiunta della Città di Bojano e della Federazione. Con un saluto, e tutti in piedi si torna alle proprie poltrone non prima di un altro grande applauso nel ricordare il giovane amico Aldo Gianfagna, anch’egli sottratto al folklore da un destino incredibilmente assurdo. La giuria è li pronta per dichiarare i vincitori ma, doverosamente, un altro riconoscimento detta la scaletta. Viene così premiato per impegno e costanza, Santino Merrino. è giunto il momento della declamazione. La serata è stata lunga, ma piena di umana condivisione di musica, balli, emozioni, applausi e tanta voglia di ricominciare ad esser felici. La giuria fa le scalette del palco e dalla voce del suo presidente, Lino Rufo, in un silenzio assurdo da pensare per il numero dei presenti, si conclamano i vincitori. – “Rassegna di musica, canti popolari ed etnici - Isernia 24 Aprile 2022 - 1° Posto - Categoria A - Ditirambo – Campania”. Per la cronaca secondo posto assegnato al gruppo de “Amastra” da Mistretta - Sicilia ed il terzo al gruppo dei simpaticissimi Lombardi dei “Trèèccac in dèl Sòi”. Stessa voce e stessa modalità per decretare il vincitore della Rassegna di musica, canti popolari ed etnici - Isernia 24 Aprile 2022- Categoria B – “ Vince la Rassegna per la categoria B il gruppo dei 'Itammorra', Sicilia” - . Anche qui per la cronaca, il secondo posto è stato assegnato al gruppo Molisano de la “P’cc’nera” ed il terzo al gruppo dei “Gazzara” – Sicilia -. Tutto termina, i premiati, felici della loro prestazione scendono dal palco per l’abbraccio degli amici e del pubblico in sala; i fotografi immortalano momenti entusiasmanti e pieni di sorrisi; i complimenti scivolano sulle labbra di tutti; i premiatori, insieme ai già citati in precedenza, Vittorio Nola, consigliere regionale del Molise, Filomena Calenda, assessore regionale del Molise, Dionisio Cofelice, dispensano saluti e compiacimenti tra gli applausi scroscianti che determinano il successo conclamante il Molise quale regione accogliente, attenta, piena di vitalità e di passione, che porta a cancellare lo stereotipo di Regione minore. Un successo, sicuramente non annunciato ma, che gratifica chi la mattina si alza dal letto e mette direttamente le scarpe per correre verso il vento della bellezza che mai spettina le chiome sfavillanti di una regione che del suo Paradiso ne fa perfetto viso per donar splendore a chi resiste nella molisaneità e dispensa occhi lucidi di lacrime che corroborano la terra in cui, cadendo, vanno a riposare. Da tutto ciò nasce il fiore più gradito a chi vive di quel folklore che genera amicizia, amore e mai dolore. W il folklore, e perdonate il pizzico di campanilismo; W il nostro, il vostro, il Molise di tutti noi.