La Federazione non si ferma

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Onorevole Presidente,

stiamo seguendo lo sforzo del Suo Governo che, al fine di aiutare il tessuto socio-economico del Paese, messo in crisi dalla grave emergenza sanitaria, ha destinato cospicue risorse al “ristoro” e al “sostegno” dello sviluppo e della ripresa. Apprezziamo, inoltre, come il grosso delle risorse sia stato, doverosamente, destinato alla proroga della Cig, alle nuove indennità, al bis per i ristori a fondo perduto, al turismo e allo spettacolo professionistico; così come consideriamo apprezzabili gli aiuti, solo per fare degli esempi, alle fiere internazionali, alle manifestazioni e congressi del mondo della cultura, alle agenzie di viaggio, tour operator, guide turistiche, alle associazioni sportive dilettantistiche e agli enti/associazioni no – profit in possesso di Partita IVA con codice ATECO.

Il Governo aveva, tuttavia, “dimenticato” le associazioni non commerciali che operano con il solo codice fiscale.

Tale dimenticanza è stata, successivamente, “sanata” con il Decreto “Ristori bis” che, all’art. 15, prevede ulteriori fondi per questa sezione.

Tale articolo prevede, infatti, l’istituzione, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di un fondo straordinario per il sostegno degli enti del terzo settore, prevedendo una dotazione di 70 milioni di euro per l'anno 2021 che sarà devoluta alle regioni per la loro distribuzione.

Tuttavia, enorme è la delusione di gran parte del mondo associazionistico (compresa la scrivente Federazione Italiana Tradizioni Popolari) nel constatare che i destinatari dei suddetti “ristori” saranno unicamente:

- le O.D.V. (organizzazioni di volontariato) iscritte negli appositi registri nazionali o regionali;

- le A.P.S. (associazioni di promozione sociale) iscritte negli appositi registri nazionali o regionali;

- le ONLUS iscritte nella relative anagrafe.

Ci domandiamo: perché dimenticare tutti gli altri enti di tipo associativo di cui all’art. 5 del Decreto Legislativo 4 dicembre 1997, n. 460 e che, recentemente, negli allegati di cui al Decreto Ministeriale n. 106 del 15 settembre 2020 afferente i criteri e le modalità dell’iscrizione al Registro Unico degli Enti del Terzo Settore (RUNTS), approvato in attuazione dell’art.53 comma 1 del Decreto legislativo n.117/2017, sono genericamente denominati E.T.S. (Enti del Terzo Settore)? Possibile che non possa essere destinato anche un minimo “ristoro” ai tantissimi enti di tipo associativo che, con grande merito, favoriscono la diffusione della cultura e dell’universalismo e rafforzano il legame tra persone, popoli e genti?

Migliaia sono, in tutta Italia, le associazioni culturali - comprese quelle che operano nel settore del folklore e delle tradizioni popolari - che, pur esercitando senza fini di lucro, sono state danneggiate da questa maledetta emergenza e sono state costrette ad annullare rassegne, sagre, festival, scambi culturali, mostre, convegni e tanti altri eventi. 

Eppure, nonostante il danno subito, molte associazioni hanno “resistito” a questa “onda d’urto”, continuando, con grande sacrificio personale di dirigenti ed associati, a sostenere ogni onere necessario alla loro “sopravvivenza” (fitto sedi sociali, utenze, costumi di scena, strumenti musicali,assicurazione dei soci, mutui per acquisto apparati tecnici e strumentali, oneri bancari, ecc…).

Già tutte le Federazioni Nazionali del settore demo-etno-antropologico avevano indirizzato a Lei, onorevole Presidente, con una apposita nota, il loro “grido d’aiuto”, constatando come molte associazioni, circoli e gruppi hanno deciso di sciogliersi e cessare la propria attività. Registriamo tale circostanza con profondo rammarico e grande dolore, ricordando le parole del compianto prof. Tullio Tentori “per ogni anziano che muore (ed ogni associazione culturale che si scioglie), è come se bruciasse un’intera biblioteca”.

Facciamo notare, poi, che la cessazione della nostra attività non comporta solo un “impoverimento” culturale e sociale, ma, anche, un grave danno economico. Si pensi, ad esempio, al danno riportato da tutta una filiera che supporta e accompagna la nostra attività (bus per i viaggi riguardanti lo svolgimento di spettacoli, festival e rassegne che, in diverse centinaia, vengono promossi e organizzati in Italia e all’estero – agenzie di viaggio – ristoranti – tecnici, sarti e costumisti utilizzati per le nostre trasposizioni sceniche – negozi di strumenti musicali – ecc…). 

Con la Sua direttiva del 31 luglio 2019 con la quale, con grande apprezzamento da parte del mondo associazionistico e scientifico del comparto DEA, ha indetto la Giornata del Folklore e delle Tradizioni Popolari, sottolineava l’importanza della nostra attività, evidenziando come “le tradizioni popolari esprimono una cultura territoriale che costituisce eredità del passato da conoscere e di cui riappropriarsi, rappresentando un patrimonio da recuperare e valorizzare in ciascun territorio regionale italiano … e sono un strumento indispensabile per fungere da volano per il turismo, con conseguenti ricadute positive di carattere economico”.

Per tali ragioni, facciamo, ancora una volta, appello a Lei, Onorevole Presidente, affinché attivi ogni procedura “per non lasciare indietro” il comparto, molto importante, degli Enti di tipo associativo che sono, attualmente, esclusi dal Decreto Ristori bis, prevedendo, almeno, un minimo “ristoro” alle Federazioni Nazionali (come la Federazione Italiana Tradizioni Popolari) rappresentative di tale comparto e ai relativi Gruppi aderenti.

Certi della Sua attenzione, l’occasione ci è gradita per porgerLe distinti saluti.

 

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Preg.mo Signor Ministro 

Dario ON. Franceschini

ROMA

 

OGGETTO: Proposta d’incontro

Preg.mo Signor Ministro,

sono Benito Ripoli, presidente nazionale della Federazione in epigrafe. Ci siamo conosciuti in un precedente incontro al Ministero, splendido e propositivo, per tutto il mondo folklorico tradizionale e per la Cultura in generale della nostra Italia.

Quel giorno ha rappresentato uno stimolo importante per tutta la nostra attività, che è sfociata nel riconoscimento, da parte del Governo, nell’istituzione della GIORNATA NAZIONALE DEL FOLKLORE E DELLE TRADIZIONI POPOLARI, celebrata a Roma, con la presenza del Presidente Giuseppe Conte, mio concittadino, il 26 ottobre 1919.

Signor Ministro Le rinnovo la richiesta fatta nel precedente incontro all’inizio dell’anno. Capisco che l’attuale momento di disagio pandemico non permette un incontro in presenza, mi permetto, quindi, di chiederLe un breve incontro telematico. Intanto mi permetto di presentarLe una specifica richiesta, della quale abbiamo parlato nel precedente incontro. 

Spero quanto prima, venga valutato, attenzionato e data risposta al problema espresso nella lettera delle tre Federazioni nazionali, inviata nel mese di giugno: LA VITA DEI GRUPPI FOLKLORICI, SBANDIERATORI E CORI. 

Io spero che nella riconversione in legge del Decreto Ristori, oppure in un altro Decreto, che il Governo si accinge a fare, venga tenuto in debita considerazione, il mondo dell’Associazionismo Culturale No-Profit, che ha visto, dal mese di marzo, chiusi i suoi circoli e tutta la sua attività. I giovani si stanno allontanando e i meno giovani, sfiduciati, abbandonano le nostre Associazioni. Si sta distruggendo una componente importante della Cultura italiana. Non ci abbandoni, Signor Ministro. 

In fiduciosa attesa di una Sua risposta, La prego di gradire i sensi della mia stima ed i più cordiali e distinti saluti.

 

P.S. Desidero informarLa che faccio parte della Commissione del Suo Ministero per la valutazione dei criteri delle Rievocazioni storiche

 

San Giovanni Rotondo, 18 settembre 2020

 

 

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Preg.mo Dario On. Franceschini

Ministro dei Beni e delle Attività

Culturali e del Turismo

 

Preg.mo Signore

Salvatore Dr. Nastasi

Segretario Generale MIBACT

 

Preg.mo Signore

Onofrio Dr. Cutaia

Direttore Generale dello spettacolo MIBACT

LORO SEDI

 

OGGETTO: TAVOLO PERMANENTE PER LO SPETTACOLO E IL CINEMA.

Signor Ministro,

apprendo a mezzo stampa, che il Ministero ha varato il Tavolo permanente per lo Spettacolo dal vivo, il Cinema e l’Audiovisivo.

La Federazione in epigrafe non sembrerebbe essere compresa fra i componenti del predetto “ Tavolo “, necessario per l’ascolto costante di tutte le realtà dei suddetti settori, pesantemente colpiti dalla pandemia, fra i quali mi sembra giusto inserire e ascoltare anche la voce del Folklore e di quanti, da molti anni, sono impegnati nelle trasposizioni sceniche delle diverse Regioni italiane. 

Al riguardo, nel formalizzare la giusta richiesta d’inserimento, mi preme sottolineare come, sin dall’entrata in vigore della legge163/1985, per i profili generali e sin dalla legge 337/68 per quelli peculiari, nonché nei successivi provvedimenti di carattere legislativo e/o amministrativo, il Folklore- e per esso la Federazione Italiana Tradizioni Popolari-, che dal 1970 lo rappresenta, sia stato costantemente ricompreso come disciplina fondamentale e imprescindibile della Cultura e dello Spettacolo. Mi permetto di farLe presente, a tale proposito che la FITP, annualmente, promuove centinaia di eventi culturali e spettacoli dal vivo, attraverso l’organizzazione di Rassegne, Festival, Sagre, Scambi culturali, Mostre e Convegni. Tra questi eventi, considerata la circostanza che il tavolo, istituito dal MIBAC, prevede, nelle sue articolazioni, anche la sezione “AUDIOVISIVI”, mi piace evidenziare l’organizzazione, da parte della FITP, della * Rassegna Internazionale “ Vittorio De Seta” di Documentari etnografici*, con l’obiettivo, da un lato, di ricordare e dare merito al grande Documentarista etnografico e cineasta Vittorio De seta, impegnato dalla metà degli anni 50 del secolo scorso a filmare le Culture popolari meridionali e, dall’altro, di promuovere e divulgare, oggi, nel panorama contemporaneo, attività e lavori di documentazione di ANTROPOLOGIA VISUALE.

Nella speranza che possa accogliere, Signor Ministro, la richiesta sopra esplicitata, colgo l’occasione per inviarLe cordiali e distinti saluti. 

 

San Giovanni Rotondo, 22 novembre 2020