La storia dell'abito tradizionale al centro di incontri e dibattiti

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"Una bellissima occasione dataci dalla FITP Molise per promuovere, anche in tempo di pandemia, la nostra cultura popolare; abbiamo avuto tutti modo di parlare della nostra “ragion d’ essere”, dei nostri bellissimi costumi, dei loro colori, dei loro usi e dei tanti perché che li avvolgono, aspetto che troppo spesso nei nostri spettacoli passa in second’ordine a favore di coreografie e delle musiche”.

Questo il pensiero del Presidente Giovanni Mattei del gruppo Folclorico “RU BANGALE” di Baranello, che rispecchia nella semplicità tutto l’orgoglio di appartenenza che è stato espresso nella trasmissione dal titolo “Il Mondo dei costumi tradizionali attraverso la FITP Molise” in diretta Facebook sulla pagina FITP MOLISE lo scorso 23 marzo e che ha ottenuto un grande successo di pubblico. Come ospite di spicco nell’ambito etnografico della tradizione il Dott.Antonio Scasserra, Direttore del “MUSEC” che ha magistralmente ripercorso la storia del costume tradizionale e dell’oreficeria molisana attraverso le carte d’archivio e i documenti fotografici, essendo egli un archivista di Stato.

Il Presidente Ripoli che ha espresso il suo entusiasmo verso iniziative telematiche a sostegno della continuità della tradizione, auspicandosi che queste tecnologie restino “a sostegno ed a servizio” delle attività folcloriche nel prossimo futuro.

I presidenti dei vari gruppi hanno delineato il percorso di valorizzazione culturale e territoriale svolto all’interno del proprio comune proprio partendo dal costume e dai riti ad esso correlati, come avvenuto nel Comune di Longano (provincia di Isernia), dove, come ha esposto la Presidente della Proloco Longano sez. Il Costume dell’anima Antonella Gatta, è stata studiata e rivisitata l’ampia varietà di riti comunitari associati al matrimonio in costume, a partire dal rito della “rascia” rito comunitario del grano tra i più antichi del Molise.

Intervenuto da Campochiaro (provincia di Campobasso) Igor Picciano come rappresentante del gruppo “I Matesini” che oltre ad illustrare le particolarità del loro splendido costume ha preannunciato la stesura di un libro/documento che riguarderà costumi ed usanze campochiaresi.

Presente all’incontro ’ associazione “MoliseRadici: Cultura, Costume, Tradizioni” di Campobasso, nella persona della Presidente Maria Cristina Salvatore. L’associazione si occupa di cultura e costume tradizionale, in particolare di quello campobassano. MoliseRadici ha ricostruito lo stile dell’abito tradizionale del capoluogo di regione in uso fino ai primi del ‘900, sia nella versione quotidiana che nella versione festiva e, dalla sua fondazione, cerca di riportare in vita questo segno identificativo di Campobasso anche attraverso la partecipazione agli eventi religiosi più importanti della città. L’ associazione, impegnata in una serie di ricerche, sui diversi tipi di fonte, con passione, ma anche con rigore, per fare chiarezza sulla veridicità storica del costume di Campobasso, ha inoltre ricostruito la versione da lutto. In nessuna fonte esaminata emerge la minima descrizione del costume da lutto e ciò si spiega perchè le fonti documentarie riferiscono prevalentemente dei costumi delle giovani ragazze che andavano in sposa. Per la ricostruzione dell’abbigliamento da lutto sono state quindi determinanti le interviste condotte fra le persone più anziane, raccogliendo ciò che la memoria popolare documenta circa il modo di vestire delle mamme e delle nonne, cioè di persone vissute a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. La presidente M.C. Salvatore ribadisce quanto sia importante trasmettere tale patrimonio alle nuove generazioni, affinché possano imparare a conoscerlo, amarlo, proteggerlo dall’ incuria del tempo, della fretta, dell’indifferenza. “Solo così, i giovani cittadini campobassani, germogli generati da queste “radici”, potranno imparare a curarle ed a proteggerle, divenendone i custodi, consentendo ad associazioni culturali come MoliseRadici di realizzare appieno la loro missione”.

Interessante anche l’accento posto sulla necessità degli archivi storici/fotografici alfine di non perdere gioielli inestimabili come accaduto al Comune di Carpinone (provincia di Isernia). Regista della trasmissione, nonché Assessore Nazionale della FITP Italiana e Presidente del gruppo folclorico “Ru Maccature”, Michele Castrilli ha espresso rammarico per le vicende storiche del loro costume tradizionale. 

Hanno allietato il dibattito/confronto con le loro serenate i mandolinisti del Circolo Musicale “Pietro Mascagni, fondato nel 1949, nella persona del Maestro Antonio Di Lauro e del figlio Gianluigi. Il Circolo, si ricostituisce nel 1980 e nel tempo e? riuscito a far conoscere al mondo la c.d. “Scuola Ripese” che aspira non solo a conservare la tradizione del luogo, ma anche a sperimentare diffondere i diversi linguaggi di espressione di questo strumento solo parzialmente conosciuto com’e? il mandolino.

A Ripalimosani, racconta il Maestro Di Lauro, l’arte del mandolino e della chitarra si apprendeva nei saloni dei barbieri, nelle scuole di cucito dei sarti, dei calzolai e dei falegnami. Fino agli inizi

degli anni Settanta, percorrendo le vie del paese, ci si poteva imbattere nei suoni e nelle melodie provenienti dalle varie botteghe che allietavano i clienti e l’intera comunita?. Gli artigiani tramandavano la loro musica ai garzoni ed ai discendi di bottega e a chiunque volesse apprendere l’arte di questi strumenti.

 

“La sensazione che scaturiva da questi luoghi era che barba e capelli, un nuovo

vestito, un rattoppo ad un pantalone o una piallata, fossero solo un pretesto per giustificare gli incontri e tutto quello che avveniva al suo interno.

Le botteghe, frequentate prevalentemente da uomini di tutte le classi sociali, rappresentavano un’estensione della piazza. Un ritrovo sicuro di amicizia, un circolo culturale dove i soci erano i clienti, un luogo in cui si poteva discutere di tutto, si veniva a conoscenza di fatti e vicende, in cui si esercitava la coscienza critica del paese. La musica la faceva da padrona: ballabili (mazurke, valzer,

polke, tanghi, quadriglie, scottish), operette, serenate e tarantelle erano musica viva, suonata prettamente in acustico, sia nelle botteghe che per

le strade”. 

Continua il Di Lauro

“Come nelle vecchie botteghe di un tempo, il Circolo oggi e? un luogo d’incontro e discussione, un crocevia di persone e di musica dove la trasmissione tra i diversi linguaggi musicali avviene mediante un approccio spontaneo e allo stesso tempo

professionale. Il Circolo accomuna musicisti giovani e meno giovani i quali,

suonando insieme, si confrontano e reciprocamente apprendono e crescono.

L’auspicio, in particolare e? che le giovani generazioni si riapproprino di un

patrimonio tradizionale storico-culturale smarrito che invece e? da sempre nel loro DNA”.

 

L’esigenza di conoscenza mostrata dai protagonisti e dai tanti appassionati ha fatto scaturire l’idea di continuare un viaggio all’interno delle piccole realtà rappresentative della tradizione locale.

Il Comitato Regionale FITP Molise ha ideato una trasmissione dinamica e brillante, ricca di balli e canti anche live, dal titolo “Folkincontri” con l’obiettivo di far conoscere storia e tradizioni delle associazioni, ma anche e forse soprattutto le esperienze e gli aneddoti che contraddistinguono la condivisione di esperienze. L’esperimento è partito dal Molise ma è aperto a tutti i gruppi FITP extraregionali interessati.