L'antico sposalizio

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La cerimonia del matrimonio selargino si svolge da moto tempo a Selargius, una comunità del circondario di Cagliari, con circa trentamila abitanti. Alcuni studiosi ne collocano l’origine in un lontano passato. Kellarious, Satargio, Cerarium, Salarium sono alcune ipotesi glottologiche dalle quali si farebbe derivare l’attuale nome di Selargius, in sardo Ceraxus. Si deve precisare che, nella sua storia, la comunità ha sempre mirato a caratterizzarsi con una specifica cultura per distinguersi da quelle molto vicine con le quali, nel passato, ha sempre condiviso l’economia agricola. Da qui, infatti, il consolidarsi, da diverso tempo, di saperi e tradizioni della realtà contadina campidanese. Nonostante l’aumento demografico rapido ed intenso della popolazione residente e nonostante la diffusione del sistema sociale dell’economia globalizzata, che uniforma, in una sola dimensione, il modo di vivere, attualmente nelle famiglie originarie di Selargius si sono ancora conservate le tradizioni del precedente mondo contadino. Provengono da questo patrimonio di culture popolari, da considerare come passato identitario, tutte le proposte che, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, la comunità presenta a se stessa e al vasto pubblico con forme di tipo festivo ed eventi spettacolari. Per realizzare questo obiettivo l’Associazione Pro Loco di Selargius ha condotto diverse ricerche sul proprio patrimonio etnografico indagando nei documenti d’archivio e nella letteratura pubblicata dagli studiosi a partire dall’Ottocento. Nelle ricerche, tra le tradizioni che si sono valutate abbastanza particolari e significative per caratterizzare l’identità selargina, c’è quella del matrimonio che, negli anni ’60 del secolo scorso, è stata proposta come Antico Sposalizio Selargino.

In pratica, l’evento predisposto in forma spettacolare è così organizzato: una coppia di giovani, selezionata fra quelle che hanno fatto formale richiesta, si sposa realmente, indossando i costumi tradizionali, seguendo cerimonia e riti degli antichi sponsali. Sul piano organizzativo, il complesso dell’evento si svolge nella seconda settimana di Settembre di ogni anno; nel 2018 si è arrivati alla 58° edizione. Gli organizzatori principali sono la Pro Loco e il Gruppo Folk Kellarious; contribuiscono con appositi finanziamenti la Regione Autonoma della Sardegna e l’Amministrazione Comunale di Selargius. Pertanto la manifestazione è inserita tra gli L’ANTICO SPOSALIZIO SELARGINO (CA) di Luigi Ragatzu (Segretario Pro Loco di Selargius) L CORTEO NUZIALE FOTO: STUDIO FAST TIME settembre/ottobre 2018 ? 51 eventi più importanti della Sardegna. Sul piano storico le tradizioni matrimoniali alle quali maggiormente ci si riferisce è la descrizione riportata nella metà dell’Ottocento da Antonio Bresciane nell’opera Dei costumi dell’isola di Sardegna comparati cogli antichissimi popoli orientali, Napoli, Uffizio della Civiltà Cattolica, 1850, pp. 192- 254; padre Bresciani sostiene che «il suono delle tibie, dè cimbali, dè sistri e dei canti annunzia prossimo arrivo degli sposi, tute le donne della contrada si fanno agli usci e alle finestre, e gittando addosso agli sposi pugnate di frumento, grida loro gli auguri di buona ventura. Intanto la suocera della sposa gli attende in sulla porta della corte tenendo in mano un piattello con grano e sale, che i Sardi noman “sa grazia” e al primo loro por piede in sulla soglia ne gitta a loro incontro parecchie mani. Fra mille plausi de parenti e dè vicini la sposa giunge al portichetto». Sulle tradizioni matrimoniali in Sardegna esiste una vasta e articolata letteratura che è stata comunque tenuta presente; tuttavia, nella riproposta è stato adottato quanto a suo tempo fu documentato con una ricerca sul campo condotta in paese. In questa sede si sintetizzano le diverse fasi cerimoniali. Un primo momento, molto intimo, riguarda la benedizione laica compiuta, nelle differenti abitazioni, dalle rispettive madri degli sposi, prima che parta il complesso apparato rituale che comincia con la vestizione degli abiti tradizionali. Gli sposi inginocchiati davanti alle proprie mamme ascoltano le raccomandazioni per ricordare e mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti; quindi le stesse madri, ciascuna nella propria abitazione, benedicono i propri figli aspergendo loro (sa grazia) grano, sale, petali di rose, qualche caramella contenuti in un piatto che poi viene infranto per terra. L’aspersione degli oggetti e la frantumazione del piatto, come è noto, significano un buon augurio per una vita prospera. Dopo il rituale che avviane a casa dello sposo, si forma il corteo che si reca all’abitazione della sposa, dove entrambi ricevono dalla madre un’identica benedizione (sa grazia) con aspersione di grano, sale, petali di fiori ecc. Si forma a questo punto il corteo nuziale con la sposa che va al braccio del padre, segue lo sposo con identico accompagnamento; quindi procedono nel corteo i rispettivi testimoni, parenti e amici, tutti in abito tradizionale selargino. Alla lunga sfilata fanno ala gli abitanti della comunità e le numerose persone convenute ad assistere alla cerimonia che, da decenni, costituisce un evento spettacolare. Le strade sono addobbate con archi e ghirlande di fiori; nelle case tradizionali vengono messi in mostra antichi attrezzi agricoli e prodotti dell’artigianato. I concittadini offrono a tutti dolci tipici ed ogni tanto, il corteo nuziale viene fermato per consentire che venga aspersa sa grazia, ovvero vengano manifestati agli sposi gli auguri. Partecipano al corteo della fastosa cerimonia diversi gruppi provenienti dalla Sardegna, da altre regioni italiane e dall’estero. Nell’edizione 2018 è stato ospite particolare il Gruppo Folk Città di Tropea, che con simpatia e bravura ha animato la manifestazione. Una coppia di sposi del gruppo di Tropea ha partecipato alle varie fasi del rito, ricevendo a sua volta sa grazia come segno augurale, di benvenuto e di ringraziamento per il loro coinvolgimento nel rituale.

Quando il corteo nuziale giunge in chiesa trova per assistere alla cerimonia, oltre ai parenti e agli amici invitati; è presente una coppia in costume tradizionale di ogni gruppo. Si deve precisare che tutto il rituale viene officiato in sardo che, come è noto, da tempo è definito una lingua seriore dell’area romanza.

La parte significativa della cerimonia è il momento importante del rituale, quando gli sposi vengono uniti con una catena che simboleggia la loro unione indissolubile. Quindi essi si affacciano sul sagrato della chiesa dove liberano in volo, come simbolo di una nuova famiglia che nasce, una coppia di colombi. A questo punto aprono il ballo in piazza con su ballu tundu (il ballo tondo); alla fine si recano nella chiesa romanica di San Giuliano dove siglano la promessa. Ciascuno degli sposi scrive su una pergamena, senza che l’altri possano leggere, le proprie sensazioni e i propri auspici per il futuro. La pergamena viene inserita in un’artistica urna in ceramica che, opportunamente sigillata, verrà custodita dalla Confraternita del Rosario. L’urna potrà essere aperta dagli stessi sposi dopo 25 anni, al compimento delle nozze d’argento. La stessa promessa viene fatta dalla coppia degli sposi ospiti non sardi; in questa cerimonia del 2018 è stata la coppia di Tropea.

Dopo il rito nuziale si riforma nuovamente il corteo che accompagna gli sposi nella loro casa dove ci sono le rispettive madri ad attenderli. La mamma dello sposo consegna alla sposa - nuova padrona di casa- le chiavi della dimora; una volta entrati, dopo aver versato sul pavimento acqua, come segno augurale di fertilità, e dopo aver asperso con sa grazia i nuovi coniugi, in segno di augurio, si conclude l’apparato rituale del matrimonio. A questo punto inizia il ricco banchetto nuziale a base di pietanze tipiche della tradizione sarda.

Nel contesto di questo quadro basato sul rituale nuziale a Selargius, di fatto epifenomeno, ruota una complessa organizzazione nella quale è coinvolto tutto il paese con più attività che servono a promuoverne l’immagine da un punto di vista turistico. Per esempio, nella settimana che precede il matrimonio rimangono aperti e visitabili tutti i principali monumenti della città. Vengono aperte mostre d’arte e mostre/mercato di prodotti artigianali che vedono impegnati tutti i settori produttivi: ferro, legno, ricami, cesti, il pane e i dolci tipici. Il Gruppo Kellarious cura sa cantada a is piciocas (la serenata alle fanciulle) con la quale i giovani fanno le serenate alle ragazze affacciate alle finestre. È caratteristico, per esempio, il trasporto dei mobili a casa degli sposi (su trasferimentu de is arrobas); in questa occasione, diverse ragazze portano sulla testa cesti contenenti il corredo della sposa. Inoltre, la festa continua con lo spettacolo che vede il susseguirsi di eventi musicali con cori a tenore e polifonici, gare poetiche alle quali partecipano poeti improvvisatori; infine, la domenica sera, la manifestazione si conclude con un grande spettacolo folkloristico con la partecipazione di molti gruppi presenti alla sfilata nuziale. Chiude la serata il gruppo non sardo; nella 58° edizione, come si è già accennato, è stato il gruppo della Città di Tropea. La conclusione, però, dà l’avvio all’appuntamento del prossimo anno per la 59° edizione «dell’Antico Sposalizio Selargino».

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