Padri del Folklore

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Personalità benemerite della FITP

Ho sempre pensato che le personalità benemerite della FITP, annualmente premiate con il riconoscimento denominato “Padri del Folklore”, fossero, aldilà degli indiscutibili meriti artistici, autentici esempi di saggezza e di umiltà, uomini e donne che spendono, gratuitamente, il proprio tempo libero per una importante funzione socio-culturale. “La cultura, come l’amore, - osserva giustamente Rob Riemen – non ha il potere di costringere. Non offre garanzie. Ciò nonostante, l’unica possibilità di conquistare e difendere la nostra dignità di uomini ce la offre proprio la cultura”. Ecco perché la FITP, premiando tali personalità che si sono distinte nella ricerca del patrimonio etnografico locale e nella trasposizione scenica delle tradizioni popolari, intende, in sintesi, tenere accesa la speranza di intravedere quel raggio di luce che ci permette di riflettere – come ebbi a sottolineare nell’importante meeting internazionale tenutosi a Noci tra la FITP e le Organizzazioni Internazionali IGF, IOV, FIDAF e WAPA - su concetti quali identità, memoria ed eredità culturale; concetti, questi, che - come dimostrano, con il loro esempio e la loro meritevole attività, le personalità premiate nell’edizione 2023 del Premio svoltosi, nella Città di Mormanno con una cerimonia impeccabile dal punto di vista organizzativo e una partecipazione fortemente emotiva da parte del numeroso pubblico presente - non fanno riferimento a immotivate nostalgie o dannosi rimpianti, ma si inseriscono all’interno di una dimensione di futuro, rappresentando il portato storico di radici che non sono omologanti, essendo “scavi di civiltà”.

Per me, quindi, è un piacere e un onore presentare a tutti i tesserati della Federazione Italiana Tradizioni Popolari le 6 personalità insignite del prestigioso riconoscimento.

MARIO MOROTTI (Lombardia)

Mario Morotti, 11° Duca del Ducato di Piazza Pontida, eletto già nell’anno 2014 e, successivamente, con altre successive elezioni, riconfermato nella prestigiosa carica fino all’annualità 2024, manifesta in ogni suo agire, sia ricoprendo importanti incarichi pubblici, sia segnalandosi in meritorie azioni di volontariato, un apprezzato impegno volto alla valorizzazione del territorio bergamasco e alle sue indiscutibili eccellenze, in particolare quelle afferenti il patrimonio etnografico locale. Ogni evento, progettato ed organizzato dal Ducato da lui presieduto (e, tra questi, il Festival del Folklore Bergamasco – il Festival Internazionale del Folklore e la Festa di Mezza Quaresima) diventa, infatti, leva per valorizzare le risorse culturali, storiche e sociali del territorio e per accrescere, grazie anche alle sinergie che il Duca ha saputo attivare con il Comitato Provinciale FITP di Bergamo e con la Sezione IOV - Italia, un forte sentimento di identità culturale e di appartenenza, alimentato da memorie condivise e finalità comuni che vengono, vieppiù, esaltate con la manifestazione Bèrghem Folk e la Rassegna itinerante di teatro dialettale. La FITP, pertanto, nell’assegnare il riconoscimento al Duca Mario Morotti, intende, anche, esaltare la meritoria attività del Ducato di Piazza Pontida, associazione che, fondata nel 1924, a breve festeggerà i 100 anni di vita; attività che si estrinseca, in modo particolare, nella conservazione, conoscenza e valorizzazione del patrimonio di interesse etnografico di Bergamo e della sua provincia e nella tutela del dialetto bergamasco, in una prospettiva che avvicina lo sviluppo futuro del territorio alle memorie del passato, per rispondere, con efficacia, alle attese della comunità presente.

ROBERTO CACCIOTTI (Lazio)

Roberto Cacciotti può essere considerato, in tutto il territorio laziale, un esempio per quanti sono impegnati a rappresentare “rievocazioni storiche” come espressioni culturali di grande importanza e complessità che, oggi, rappresentano un fenomeno diffuso e variegato che merita attenzione e la cui significatività può essere resa appieno da un attento studio antropologico.

Roberto, infatti, intende la rievocazione storica non solo come elemento di spettacolarità ed attrazione turistica, ma, anche e soprattutto, come strumento di autentica rappresentatività territoriale, riferimento storico reale o percepito come tale, come patrimonio immateriale molto importante ai fini di patrimonializzazione del territorio gravitante intorno a Carpineto Romano. Lo studio fatto da Roberto sul trattato “La Bandiera” (1638) del Maestro d’armi Messer Francesco Ferdinando Alfieri e la particolare attenzione da lui rivolta, per l’abbigliamento del Gruppo “Sbandieratori e Musici del 7 Rioni Storici”, a dipinti e arazzi d’epoca, rappresentano importanti esempi di esemplare impostazione metodologica e storica. La FITP, pertanto, nel dare il giusto riconoscimento a Roberto Cacciotti, intende evidenziare l’importanza delle rievocazioni storiche, studiate con conoscenza e coscienza filologica e rappresentate con particolare attenzione ai criteri scientifici e all’accuratezza delle indagini storiche, in un sapiente equilibrio tra autenticità e spettacolarità/suggestione.

ROSARIA ASCIONE (Campania)

Rosaria Ascione, con la sua formidabile voce - ora dolce e delicata, ora aspra ed aggressiva – e, soprattutto, con le sue suggestive “re-interpretazioni” di canti popolari religiosi, d’amore e di protesta sociale, tipici dell’intera area vesuviana, sembra tradurre in misure armoniche le infinite sfumature di un territorio che è – e resta – il cuore musicale dell’Italia intera; un comprensorio dove la musica va oltre se stessa per diventare paradigma mitologico. Nel suo percorso artistico, Rosy – ispirandosi da giovanissima agli insegnamenti del M° Roberto De Simone – annovera importanti collaborazioni con prestigiosi artisti quali Giancarlo Giannini, Giuliana De Sio, Tony Esposito, Marco Zurzolo, Patrizio Trampetti ed altri, ma è con il Gruppo “Etnica Ditirambo” che la presenza artistica di Ascione lascia traccia; una presenza così suggestiva e così emotiva “tra suono e senso” che sembra quasi frugare nelle pieghe della storia dell’intero comprensorio napoletano e nella storia delle sue tradizioni, del suo folklore, del suo patrimonio etnografico. Si può ben dire, allora, che la canzone popolare napoletana diventa, quasi “stile di vita”, ovvero un insieme di espressioni, saperi, abilità e timbriche vocali, mirabilmente espresse da Rosaria Ascione, con i quali il popolo di tutta l’area vesuviana ha saputo creare e ricreare, nel corso dei secoli, un universo sociale, mitico e religioso intorno alla musica. Rosaria Ascione con la sua voce, la sua timbrica, la sua presenza scenica fa del canto popolare un formidabile anello di congiunzione tra presente e passato, una storia che parla in noi e di noi, fili di una stessa “trama vivente”.

MARCELLO PERRONE (Calabria)

L’impegno di Marcello Perrone, come Presidente del Gruppo Folklorico Miromagnum di Mormanno e del Comitato Regionale FITP della Calabria, si sostanzia, essenzialmente, nella costruzione di una vera e propria “cultura del noi”, non come sottoinsieme causale ed emozionale, ma come “nuova frontiera” per riscoprire il valore della cooperazione e dell’aggregazione che ha, sempre e comunque, una dimensione sociale. L’esempio che Marcello - prima come genitore e, poi, come operatore culturale - manifesta attraverso la realizzazione di importanti iniziative che coniugano attività folklorica ed impegno sociale e che vedono il coinvolgimento di importanti associazioni nazionali e prestigiosi personalità del mondo artistico ed imprenditoriale calabrese, quali la “Fondazione per il cuore” e il Maestro Orafo Michele Affidato, segna, anche per la FITP, una prospettiva antropologica che ribadisce la centralità e l’unicità della persona nelle sue specificità biologiche, psicologiche, sociali, culturali e spirituali. Marcello Perrone, in definitiva, resta un esempio di un nuovo modo di interagire, conoscere e partecipare alla vita della FITP, contribuendo alla determinazione di nuovi strumenti di “partecipazione” che permettono ai Gruppi Folklorici – definiti dal MiC “comunità di patrimonio” e perno per la socialità di intere comunità – di promuovere, sull’esempio della manifestazione “Il Folklore per la vita”, iniziative necessarie per evitare che la condizione “post-umana” degradi in “in-umana”. Marcello Perrone, uno stile e un metodo di pensare e di agire per curare, attraverso il folklore, le relazioni sociali e costruire il bene comune.

ANTONIO PIRAS (Sardegna)

Antonio Piras, coreografo e insegnante di danze della tradizione sarda, fa dell’arte coreutica di matrice popolare un intimo dialogo tra danza e antropologia, un campo di ricerca dove i passi semplici e rituali degli uomini che danzano in contrappunto al ritmo, senza mai perderlo, e l’austerità e la rigorosità delle donne, si fanno veicolo interpretativo e analitico. Ma l’attenzione che Antonio rivolge al patrimonio etnografico della Sardegna, in modo particolare a quello di Cagliari e della sua provincia, si traduce, prima, in una rigorosa “ricerca sul campo” realizzata, spesso, in collaborazione con eminenti studiosi, quali Francesco Alziator, Giancarlo Sorgia e Fernando Pilia e, successivamente, nella realizzazione di importanti eventi di grande interesse culturale che, eseguiti insieme al Gruppo “Quartiere Villanova” di Cagliari, abbracciano diversi settori del sapere antropologico, dal recupero dell’abbigliamento tradizionale cagliaritano e dei paesi di Mandas, Gonnosfanadiga e Donori all’allestimento di significative mostre etnografiche, dalla produzione di corsi regionali di formazione lavorativa per guide turistiche e operatori culturali alla convegnistica. La FITP, poi, intende dare particolare merito ad Antonio Piras per l’attenzione da lui rivolta ai riti e convivi nuziali nella Città di Cagliari; un evento, quello dell’antico sposalizio cagliaritano, celebrato tra ritualità e sacralità ed uno spaccato sociale dotato di tanti valori umani, morali e civili dei quali l’identità sarda è ricca e ne va orgogliosamente fiera.

 

ANTONIO DI LAURO (Molise)

La vita artistica di Antonio Di Lauro non può prescindere dai ruoli giocati, in ambito culturale, dall’educazione e dalla formazione. Infatti, è proprio nei dinamismi che saldano le relazioni tra socialità e soggettività che è possibile mettere a fuoco i processi di reale costruzione di un autentico impegno culturale. La musica, in particolare, compagna di vita di Antonio, abita il suo vissuto quotidiano in quanto esperienza estetica e potente strumento di azione sociale. Antonio Di Lauro - con la prestigiosa Scuola “Repese” da lui fondata, con i tanti laboratori musicali da lui diretti con l’obiettivo di contrastare efficacemente la marginalità sociale e culturale, con l’azione meritoria messa in atto quale Presidente della Federazione Mandolinistica Italiana, con i molteplici progetti realizzati con le Pubbliche Amministrazioni e, in particolare, con il MIUR, con la creazione, nel Centro Sud, dell’unica biblioteca per strumenti a plettro e a pizzico (dove sono raccolti oltre 5.000 brani per mandolino, chitarra e orchestra a plettro) - rappresenta, davvero, anche per la FITP, un formidabile “punto di riferimento” per quanti affrontano la complessità e la trasformazione delle diverse pratiche musicali, comprese quelle di tradizione orale.

La FITP intende, pertanto, rendere omaggio al Maestro Di Lauro per aver saputo, con il suo impegno e la sua azione, declinare saggiamente il rapporto tra storia e musica: la musica come agente di storia, come strumento per poterla raccontare, come fonte per poterla studiare. •