Taormina: la settima edizione, a Matilde Callari per gli studi demo-etno-antropologici
Si è svolta nei giorni 10 e 11 dicembre 2021 la cerimonia di consegna della settima edizione del Premio Internazionale Giuseppe Cocchiara per gli Studi Demo-Etno-Antropologici. Il Premio, organizzato dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari, in collaborazione con le Amministrazioni Comunali di Mistretta e di Taormina è stato conferito quest’anno a Matilde Callari, professoressa ordinaria di antropologia culturale presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Bologna dal 1970 al 2007.
Il prestigioso riconoscimento viene assegnato annualmente da una commissione composta da tre rappresentanti delle discipline demo-etno-antropologiche degli Atenei di Palermo, Catania e Messina; la Commissione è integrata e coordinata dal presidente della Consulta Scientifica e dall’Assessore alla Cultura della Federazione Italiana Tradizioni Popolari, nonché da un rappresentante dell’Amministrazione Comunale di Mistretta, dove l’illustre antropologo Giuseppe Cocchiara è nato il 5 marzo 1904. L’attribuzione del premio, che viene assegnato a studiosi di chiara fama internazionale, ha lo scopo di dare il giusto riconoscimento agli studiosi che, con le loro ricerche teoriche, metodologiche e sul campo, conducono indagini nei diversi ambiti delle discipline demo-etno-antropologiche riguardanti le differenti realtà socio-culturali. L’attribuzione dei riconoscimenti viene distinta in anni alterni per diversificare i premiati italiani da quelli stranieri.
La prima parte della cerimonia si è svolta a Taormina nella mattinata del 10 dicembre, con inizio alle ore 10.00, presso l’aula consiliare di Palazzo dei Giurati. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Taormina Mario Bolognari, che ha ricordato il grande impegno in campo demoetnoantropologico della professoressa Calleri e del sindaco di Mistretta Sebastiano Sanzarello, che ha rievocato i primi anni del Premio nato inizialmente a Mistretta senza molte pretese, ma assurto oggi a Premio internazionale grazie alla Federazione Italiana delle Tradizioni Popolari, con la partecipazione delle tre Università siciliane, ha preso poi la parola il presidente della F.I.T.P. Benito Ripoli, che ha ringraziato Mario Bolognari per aver messo a disposizione la prestigiosa Sede comunale per la cerimonia di consegna del Premio; Ripoli ha poi elogiato la Consulta scientifica della Federazione per gli eccellenti indirizzi di riconoscimento realizzati nelle varie edizioni del Premio. Successivamente è stata data lettura del verbale della Giuria e della motivazione di conferimento del premio Giuseppe Cocchiara 2020 per l’Antropologia: “Alla professoressa Matilde Callari che con le sue ricerche scientifiche, i suoi studi di respiro internazionale, le numerose e prestigiose pubblicazioni, nonché le sue attività organizzative ha dato un notevole contributo allo sviluppo e all’affermazione delle scienze demo etnoantropologiche all’interno dell’Accademia e nella società italiana. L’innovazione e l’originalità dei suoi studi ne ha fatto un punto di riferimento per generazioni di giovani ricercatrici e ricercatori oggi presenti nei più prestigiosi atenei italiani”. La premiata ha poi voluto ringraziare gli organizzatori e la giuria del Premio ed ha tenuto una lectio magistralis dal tema: “Girovagando tra studi antropologici e coronavirus”. I lavori sono stati introdotti e coordinati dai membri della Giuria Mara Benadusi, Mario Bolognari e Antonino Buttitta.
In serata, a Mistretta nell’ambito degli eventi collegati al Premio, è stato realizzato, nei locali del cine-teatro “Falcone e Borsellino” uno spettacolo di canti e danze tradizionali organizzato dall’associazione Centro Studi Amastra, ed una rappresentazione curata dagli studenti del Liceo “A. Manzoni” e dell’Istituto comprensivo “Tommaso Aversa”, sul tema “Il corteggiamento di ieri e di oggi”, che ha messo in luce l’evoluzione avvenuta nel tempo ed ha evidenziato certune caratteristiche e specificità che al giorno d’oggi vengono ormai ritenute esagerate o addirittura inverosimilmente incredibili.
Il giorno successivo si è svolta alle ore 9.30 nei locali del Museo Regionale delle Tradizioni Silvo-Pastorali “G. Cocchiara” di Mistretta la seconda parte della cerimonia di consegna del Premio. Dopo i saluti istituzionali di Sebastiano Sanzarello, Sindaco della città di Mistretta, di Benito Ripoli, Presidente della Federazione Italiana Tradizioni Popolari e di Irene Ruggeri, Responsabile del Museo Interdisciplinare di Messina. I lavori sono stati introdotti e coordinati da Tobia Rinaldo, Dirigente della FITP, che nel corso della cerimonia ha poi dato la parola ad Antonino Testa, delegato dell’Assessore dei beni culturali e dell’Identità Siciliana, e ad Angelo Scolaro, Presidente del Centro Studi Amastra e Vice Presidente Regionale FITP; alla fine degli interventi, Rinaldo ha proceduto alla lettura del verbale della Giuria e della motivazione di conferimento del premio Giuseppe Cocchiara alla professoressa Matilde Callari. La premiata, dopo avere espresso la propria felicità per essere presente a Mistretta - patria di Giuseppe Cocchiara - e per il prestigioso riconoscimento assegnatole, ha svolto una relazione tratta da una delle sue opere, dal titolo: “Nella storia di una capitale, la storia di un paese: Phnom Penh la Cambogia”. Per l’occasione è stata allestita a Mistretta, presso i locali del Museo, una mostra di abiti tradizionali siciliani interamente cuciti a mano a cura di Francesca Marchese, e di fantasiose creazioni di “Matrangele con maioliche stefanesi” e la “Pupa bianca cu l’ali”. Anche l’Istituto alberghiero Mistrettese ha voluto fare la sua parte, preparando un rinfresco con i tipici dolci tradizionali che venivano anticamente realizzati a Mistretta in occasione di banchetti nuziali.
Matilde Callari il profilo
Matilde Callari ha insegnato come professore ordinario di Antropologia culturale presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Bologna dal 1970 al 2007, concludendo come professore fuori ruolo la sua attività di ricerca e il suo impegno accademico nell’ottobre del 2009.
È stata tra le promotrici di due Dottorati del settore disciplinare cui appartiene, quello di “Antropologia della contemporaneità” (Università di Milano Bicocca) e quello della Scuola di Dottorato in “Antropologia ed Epistemologia della complessità” presso l’Università di Bergamo.
Ha partecipato direttamente o in qualità di docente esterno a diversi Master e Dottorati presso Università italiane (tra le altre Roma “La Sapienza”, Milano Bicocca, Bergamo, Bressanone) e straniere (New York, Philadelphia, Phnom Penh, Sydney, Kyoto, Montreal).
Gli studi e le ricerche svolti con continuità per più di quarant’anni – dal 1966 al 2011 – si sono espressi in un’ampia pluralità di temi ed aree: dallo studio dei modelli culturali sottesi alla comunicazione orale e ai sistemi di scrittura alfabetica, ai processi educativi della prima infanzia, dai rapporti interculturali ai diritti di cittadinanza nella quotidianità della vita urbana, dall’etnografia urbana ai processi di esclusione e all’emergere di nuove povertà in Italia. Così come plurali nella sua ricerca sono stati al tempo stesso i luoghi, i territori, i temi ma anche le istituzioni con le quali ha spesso dialogato: le scuole dell’infanzia del nostro Paese, i servizi di accoglienza per gli immigrati in Emilia Romagna, i corsi di studio a livello universitario in Cambogia, i progetti di cooperazione internazionale nei Balcani e in Africa.
In particolare, in Cambogia ha lavorato dal 1994 al 2004 per conto dell’Università di Bologna, riorganizzando sia a livello scientifico che didattico le facoltà di discipline storiche, filosofiche e sociali dell’Università di Phnom Penh, coordinando presso questo Ateneo un corso biennale di Master in turismo culturale gestito con l’University of Technology di Sydney, svolgendo ricerche di carattere etnografico nella città di Phnom Penh e nell’area di Angkor (Seam Reap).
Dal 1987 al 1992 è stata Senatrice della Repubblica (X Legislatura)
Dal 1995 al 1998 è stata Presidente dell’Associazione Italiana di Scienze Etnoantropologiche.
Dal 2003 al 2007 ha coordinato le International Summer School on Human Rights per conto dell’Università di Bologna e della rete europea dell’Università di Utrecht.
Dal 2007 al 2009 ha coordinato il progetto PRIN finanziato dal MIUR e dall’Ateneo di Bologna su “Contesti urbani e processi migratori”.
È stata membro di numerosi Comitati scientifici di diverse istituzioni: Centro Amilcare Cabral (Bologna), Comitato Nazionale della Bioetica nominato dal Consiglio dei Ministri (1993/1997), Centro di Difesa e Prevenzione Sociale (Milano), Fondazione Istituto Gramsci Emilia-Romagna (Bologna), Istituto per l’Europa Centro Orientale e Balcanica (Bologna), Giunta Esteri dell’Ateneo di Bologna, Collegio di indirizzo della Fondazione Cassa Risparmio in Bologna.
Dal 2008 al 2019 è stata Presidente dell’Istituzione per l’inclusione sociale “Don Paolo Serra Zanetti” del Comune di Bologna
È Vice Presidente della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna.
Le tematiche che si articolano intorno alla necessità di nuove chiavi interpretative e di una nuova progettualità sulla città sono stati al centro dei suoi interessi: con la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna e l’Associazione Mappe Urbane ha coordinato dal 2007 una serie di ricerche che, con la collaborazione di esperti provenienti da diverse discipline hanno partecipato ai diversi laboratori di Mappe Urbane antropologi, sociologi, economisti, demografi, urbanisti, architetti, storici della città e della lingua, artisti esperti soprattutto in arte pubblica; in tale quadro, seguono le trasformazioni urbanistiche e socioculturali del territorio comunale bolognese. Rientra in questo gruppo la realizzazione di “Percorsi Emotivi”, un geoblog multiutente che ha permesso di costruire dinamicamente una visione virtuale della percezione che i diversi gruppi sociali ed etnici, che abitano a Bologna, hanno del loro vivere urbano.
Con lo stesso gruppo di ricerca per conto della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna ha svolto due ricerche sul territorio della città di Bologna: la prima dal 2009 al 2012 sull’insorgere delle “nuove povertà”, la seconda, dal 2013 al 2017 sull’inserimento lavorativo delle nuove generazioni.
Sono numerose le sue pubblicazioni: volumi, saggi e articoli in riviste scientifiche italiane e straniere, numerose le traduzioni delle sue opere. Si indicano le più significative:
Né leggere né scrivere (con G. Harrison), Feltrinelli, 1971, Il tempo delle donne, Cappelli, 1978; Come comunicano i bambini (con P. Bertolini), il Mulino, 1980; Il rumore silenzioso, La Nuova Italia, 1988; Antropologia culturale e processi educativi, La Nuova Italia, 1993; Lo spazio dell’incontro, Meltemi, 1996; In Cambogia, Meltemi, 1997; Pensare la diversità (con M. Ceruti, T. Pievani), Meltemi, 1998; Antropologia per insegnare, Mondadori, 2000; Nomadismi contemporanei (a cura), Guaraldi, 2004; Antropologia senza confini, Sellerio, 2005; Mappe urbane (a cura), Guaraldi, 2007; Stranieri a casa (con G. Scandurra), Guaraldi 2009; Traduire les savoirs (con D. Londei), Peter Lang, 2011; Vedere la povertà (a cura), Unicopli, Milano, 2013; Giovani in lista d’attesa (a cura), Pendragon, Bologna, 2018.