Riconoscere l'altro

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Il meeting sul tema “Eredità Culturale, impegno comune per identificare, custodire, rivitalizzare e trasmettere alle generazioni future un patrimonio di risorse culturali, materiali e immateriali”, svoltosi nell’Aula Consiliare del Comune di Noci, è stato, senza dubbio, l’evento di punta del progetto “Cammini e Incontri per una Puglia accogliente, resiliente e storicamente orientata al dialogo interculturale”, promosso e organizzato dalla FITP e co-finanziato dalla Regione Puglia a valere sul Fondo Speciale Cultura e Patrimonio Culturale di cui all’art. 15 L.R. 40/2016.

L’importante iniziativa che ha visto la partecipazione di ben 21 Paesi in rappresentanza delle massime organizzazioni mondiali che si interessano di folklore e trasposizioni sceniche delle tradizioni popolari, ovvero: World Folklore Union I.G.F. – International Organization Of Folk Art I.O.V. – World Association Of Performing Arts W.A.P.A. – Federation Of International Dance Festivals F.I.D.A.F., oltre naturalmente la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, ha avuto il merito di riflettere, da un lato, sul concetto di identità culturale e sul rischio di una anonima massificazione, dall’altro sulla consapevolezza della necessità del confronto e del dialogo tra le diversità. Da tutti i convegnisti è stato sottolineato che la grande eredità da trasmettere alle future generazioni resta quella di “riconoscere l’altro” che significa, poi, misurare se stessi.

I Gruppi Folklorici sono, da sempre, abituati a viaggiare e, rappresentando il folklore del proprio Paese, ad essere “protagonisti” di festival, rassegne e scambi culturali; quindi, ad essere in contatto con tante testimonianze di diversità culturali, in un “confronto” che, da sempre, connota il modo di essere dei Gruppi stessi, abituati ad “incontrarsi” senza alcuna frontiera.

Per tutti i Gruppi Folklorici e per i cultori/studiosi di tradizioni popolari, “riconoscere l’altro” significa - come è stato sottolineato da Franco Megna nel corso dei lavori del meeting - dare corpo a quella teoria della compresenza messa in campo dal prof. Aurelio Rigoli, già Presidente della Consulta Scientifica della F.I.T.P., che – mandando in soffitta il concetto di tolleranza, solo apparentemente egalitario - ha voluto indicare il giusto modo di interpretare il concetto di “radici” e quello di “diversità” come ricchezza.

Certo, in un tempo che defenestra le eredità, le identità, i radicamenti, parlare di radici e cultura tradizionale potrebbe sembrare anacronistico; in realtà, è proprio questo appiattimento culturale che rende simile un giovane di New York a quello di Hong Kong.

Per tale motivo, è stato, a più voci, evidenziato come si renda sempre più urgente richiedere una maggiore attenzione per le specificità locali, delineandosi quanto mai viva e vitale la necessità di una riappropriazione dell’identità culturale, non certo per rinnegare una universalità della cultura, ma per arricchirla con differenti sfaccettature.

Si avverte, sempre più, infatti, il compito non solo di una “filosofia della conoscenza”, ma anche di una “filosofia della memoria” che si allontana - come spesso viene sottolineato dal prof. Mario Atzori, presidente onorario della Consulta Scientifica della Federazione Italiana Tradizioni Popolari – dalla nostalgia e dal rimpianto, per inserirsi all’interno di una dimensione di futuro.

I nostri territori diventeranno, allora, identità - memoria - eredità e rappresenteranno, così, il portato storico di radici che non sono omologanti, essendo “scavi di civiltà”.

Partendo da questi presupposti, tutti i rappresentati della FITP – IGF – IOV – WAPA e FIDAF hanno sottolineato, con forza, l’esigenza di svegliare dal “sonno dei deboli” tutte le Istituzioni Pubbliche e avviare, sull’esempio della stessa Regione Puglia, percorsi idonei per “essere eredità” e dare un segno politico alla valorizzazione dei patrimoni etnografici in quanto fondamentali Beni Culturali.

Lo stesso Presidente della Consulta Scientifica FITP, prof. Enzo Alliegro, nella sua relazione introduttiva, collegandosi alle altre iniziative messe in cantiere con il progetto “Cammini e Incontri…” e, in particolare, all’allestimento della mostra “Transumanza, i figli del Minotauro. Storie di uomini e di animali”, ha evidenziato come la FITP abbia voluto approfondire l’eredità comune della civiltà della transumanza e la conoscenza dei valori affettivi, emozionali, intellettuali di cui essa è stata portatrice. Pertanto, con l’organizzazione del meeting, la Puglia, ribadendo i valori dell’accoglienza e del dialogo interculturale, si è proposta come veicolo di sensibilizzazione per coniugare le “vie dei tratturi” e i “luoghi della transumanza” con le vie dell’arte e delle comunità resilienti.

Alliegro si è detto certo, infatti, che il seme della resilienza possa costituire, anche nello specifico settore legato alle tradizioni popolari, un potenziale volano di dialogo e confronto pluralistico, contribuendo a nuove forme di transumanza di giovani, accomunati dalla stessa passione per il folklore e lo studio delle tradizioni popolari.

Infatti, sull’esempio del valore fondamentale che apprendiamo dalle popolazioni pastorali antiche impegnate nella transumanza (…a muovere da una parte all’altra della penisola con gli armenti non sono soltanto economie e mercanzie ma anche idee ed opinioni, forme di cultura e pezzi di civiltà. Ad attendere greggi e pastori vi erano comunità locali pronte all’interscambio, sedotte dalla magia della reciprocità, affascinate dal richiamo dell’incontro e dell’ascolto…”), il valore che ci insegna la “transumanza in epoca moderna” è il collegamento fra realtà differenti che dialogano, fra territori fisicamente e culturalmente lontani che, nella loro complementarietà, stabiliscono confronti pluralistici, allo stesso modo in cui, attraverso i tratturi, si collegavano fra di loro ambiti territoriali diversi, ma strettamente complementari.

Questo equilibrio, che è un aspetto particolare della sapienza pastorale, può diventare eredità culturale per le future generazioni; un’eredità che si apre al futuro, a saperi nuovi che attingono, dalla tradizione, a nuovi stili di vita.

Del resto – come messo in evidenza dal dott. Aldo Patruno, Direttore Generale del Dipartimento Cultura e Turismo della Regione Puglia – è questo il vero significato del progetto “Cammini e Incontri: sensibilizzare i cittadini, e soprattutto i giovani, al pluralismo culturale per favorire la partecipazione, lo scambio, la condivisione e la conoscenza delle diverse culture e tradizioni e promuovere la cultura della reciprocità, valore da trasmettere e consegnare alle generazioni dell’oggi e del domani.

A conclusione del meeting, moderato da Fabrizio Cattaneo e curato nella sua organizzazione dal Segretario Generale della FITP, Franco Megna, è stato approvato e sottoscritto dai Presidenti e Segretari Generali di FITP – IGF – IOV – WAPA e FIDAF un importante protocollo di intesa con il quale gli Enti suddetti - richiamandosi, tra l’altro, alla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, approvata dalla Conferenza Generale dell’UNESCO nel 2003 ed entrata in vigore il 20 aprile 2006, che mira a salvaguardare, promuovere e condurre attività di ricerca sulle forme di espressione culturale tradizionale quali la musica, il teatro, le leggende, la danza nonché il sapere tradizionale relativo all’ambiente e alle tecniche artigianali - hanno, congiuntamente, ribadito l’impegno a favorire la conoscenza delle diverse culture e tradizioni e a promuovere una cultura di reciprocità e di contrasto ai pregiudizi e alle discriminazioni culturali ed hanno concordato di favorire scambi culturali tra giovani accomunati dalla stessa passione per il folklore e a sostenere la partecipazione di Gruppi Folklorici, in particolare rappresentativi del folklore pugliese, attraverso l’organizzazione di gemellaggi, rassegne e festival che, aldilà delle peculiarità spettacolari, rappresentano sempre appuntamenti che favoriscono dialogo, conoscenza e amicizia.

Il documento, per la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, è stato sottoscritto dal Presidente, Benito Ripoli e dal Segretario Generale, Franco Megna. •