Grazie ai "Città de la Cava", uno squarcio di luce nel mondo folklorico locale
Gli ultimi due anni hanno inevitabilmente condizionato le nostre vite che, ad un tratto, sembravano sospese come dentro una bolla carica di ansie e fragilità, iper connesse come i nostri cellulari. I volti di parenti, colleghi ed amici hanno assunto all’improvviso sagome squadrate come i monitor dai quali eravamo costretti a guardarci, una sorta di acquario digitale nel quale eravamo allo stesso tempo pesci e curiosi osservatori. Tutto fermo e cristallizzato in una morsa la cui stretta sembrava non dover mai cedere e che ha inevitabilmente lasciato macerie nella socialità, prima ancora che in diversi comparti dell’economia. Ecco perché le recenti attività che hanno visto protagonisti gli Sbandieratori Città de la Cava, vanno sottolineate e festeggiate come il primo e vero punto di ripartenza per un settore, quello delle associazioni cittadine, che ha rischiato il collasso e la paralisi oltre che per il COVID anche per una sorta di eutanasia culturale a cui la città sembrava essersi ormai abbandonata.
È per questo che “La Cava - Civitas Fidelissima” (alla sua prima edizione) merita di essere celebrata, oltre che per la sua valenza culturale, come l’evento - il primo dopo la pandemia, ad aver riportato i Cavesi vicino alle loro tradizioni, anche grazie alla preziosa collaborazione dell’emittente Canale 21 che ha irradiato in diretta TV le immagini della manifestazione.
Uno squarcio di luce nell’immobile mondo folkloristico locale, sempre troppo impegnato a combattersi reciprocamente, che può solo crescere e ridare la giusta dignità ad una pagina di storia, quella della Pergamena Bianca, patrimonio di tutti i cavesi.
La seconda, importantissima attività che ha visto protagonisti gli alfieri de Li Quattro Distretti, è stata senza dubbio la partecipazione all’Expo di Dubai, un successo organizzativo in un momento in cui viaggiare, per di più con un gruppo di 21 persone e all’estero, è un’attività oltre modo complessa e che ha riportato gli sbandieratori di Cava de’ Tirreni sulla scena internazionale, cosa che non accadeva da tempo (l’ultima partecipazione internazionale era stata sempre dei Città de la Cava, ospiti a Riyad, dell’ambasciata italiana in Arabia Saudita nel 2012) e alla quale tutti sembravano essersi ormai rassegnati. Tutti tranne noi, ovviamente, che anche durante lo stop imposto dalla pandemia abbiamo continuato a lavorare per poter essere pronti, appena le restrizioni si fossero allentate, a ripartire nel modo migliore e con l’entusiasmo di sempre. Al nostro fianco la comunità francescana, che con i frati Pietro e Mimmo, ha sostenuto senza riserbo il progetto di rilancio della Pergamena Bianca e, come al solito, pochi amici che condividono con noi l’amore per Cava e la visione di un futuro dalle aspettative più alte di quanto la politica, quella tutta in minuscolo, ci ha abituato a pensare negli ultimi anni.
Non è un caso, infatti, che sui manifesti di questi due eventi, presenti nelle pagine precedenti del giornale, non vi siano altri loghi o stemmi istituzionali, se non quelli della nostra Associazione, che nonostante i 52 anni di attività continua a non allinearsi a logiche di potere, quelle sì da medioevo, che ci vorrebbero sudditi e non cittadini (del mondo) come fieramente da sempre ci dichiariamo.
E non è certo una casualità quindi se il Ministro degli Esteri, presente alla nostra esibizione a Dubai, abbia voluto dedicarci un encomio pubblico sulla sua pagina Facebook, mentre la nostra Amministrazione sempre molto - forse troppo - attiva sui social non abbia trovato il tempo nemmeno per un cenno sulla partecipazione di un’associazione del territorio chiamata a rappresentare il folklore italiano ad un evento di importanza planetaria. Forse mancavano le parole e si è persa un’occasione, l’ennesima, per dimostrare che la politica cittadina vive accanto delle associazioni che donano lustro al territorio.•