In tutte le culture, gli uomini da sempre osservano i luoghi in cui vivono per misurarne le dimensioni e per orientarsi dove operano. Ma oltre alle misure degli spazi essi si pongono il problema della dimensione del continuum circolare del tempo, allo scopo di dare senso ai limiti temporali della vita e stabilire i confini territoriali in cui si trovano e così definire la propria condizione esistenziale. Tali esigenze hanno costituito la base per elaborare simboli e sistemi quantitativi e qualitativi validi a calcolare il tempo e lo spazio. Infatti, da qui partono le riflessioni e le relative considerazioni sull’alternarsi del giorno e della notte con il sorgere, tramontare e risorgere del sole, sulle fasi lunari, sul succedersi costante delle stagioni, con la nascita, la morte e la rinascita continua della natura.
Si è così constatato che spazio e tempo sono dimensioni circolari, in modo tale che l’inizio coincide con la fine in un continuo ripetersi. Nelle diverse culture, questa ripetitività circolare della “dimensione tempo” ha determinato l’elaborazione di sistemi calendariali tramite i quali codificare i principi e le fini delle fasi giornaliere, mensili e annuali, stabilendo con le grandi feste di Capodanno la costante rigenerazione annuale del tempo e dell’istituzione e scorrere della storia come fenomenologia della cultura. Questi presupposti generali costituiscono la base dell’impegno della F.I.T.P. per realizzare, ogni anno, nelle diverse regioni, in un particolare territorio ricco di beni ambientali e culturali etnografici, archeologici e storico-artistici, un calendario, nel quale compaiano le fotografie di coppie in abbigliamento tradizionale di gruppi affiliati e provenienti da diverse comunità